Intercettazioni, Giulia Bongiorno: "Berlusconi accecato da odio anti pm"

ROMA, 26 GIU – Quella sulle intercettazioni sara' percepita come una legge proteggi-casta ''per colpa del premier'', che ''e' accecato dall'odio verso le toghe''. Intervistata da Repubblica, Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera, ribadisce il suo impegno perché venga assicurato il diritto di cronaca, ma contemporaneamente si appella ''al senso di responsabilita' dei giornalisti''.

Poi aggiunge che il premier ''quando avevamo l'occasione di fare una legge equilibrata sulle intercettazioni, non lo ha permesso: si ostinava a volerne una che le cancellasse'', afferma Bongiorno. ''Se non ci si e' arrivati la responsabilita' e' solo sua e del suo pallino di fare piazza pulita''. Per la deputata di Fli ''e' innegabile che ci sono stati eccessi nel disporre le intercettazioni'', che comunque ''restano uno strumento indispensabile di cui la magistratura non puo', e non deve, fare a meno. Ma bisogna garantire – sottolinea Bongiorno – che siano autorizzate solo quando sono effettivamente imprescindibili. Piaccia o non piaccia, e' a questo che si deve arrivare''

In merito alla pubblicazione, ''se un giornalista ha in mano solo le telefonate selezionate dai pm non puo' offrirle al pubblico come verita' assoluta'', sostiene Bongiorno, perche' ''si tratta di frammenti di colloqui, di materiale spesso ancora incompleto''.

La soluzione e' ''creare subito le udienze-filtro'', in cui ''i difensori possono chiedere di escludere le intercettazioni irrilevanti o di farne trascrivere altre''. In questo modo, spiega, ''ci sarebbe in circolazione solo il materiale rilevante'', un materiale ''meno parziale''.

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