Intercettazioni: legittime solo se la prova c’è già, solo nei luoghi dove si commette reato, solo per 60 giorni. Affari, impicci, imbrogli, arriva il telefono della libertà

Affari, impicci, imbrogli: arriva il telefono della libertà. Di qualunque cosa traffichiate al telefono, legittimi e sacrosanti affari vostri, di portafoglio, di cuore o di che vi pare, nessuno sarà legittimato ad intercettarvi e ad ascoltarvi. Una bella conquista di libertà, su questo non ci piove. Anzi no, perché era così anche prima della nuova legge sulle intercettazioni telefoniche, è sempre stato così.

Quel che cambia è un’altra cosa. Finora, se la polizia o un magistrato sospettava che qualcuno al telefono organizzasse reati, allora metteva quel telefono sotto controllo. E dalle conversazioni registrate trovava la prova o la smentita del suo sospetto. D’ora in poi non si fa più così, non si può più fare. Se non siete un sospetto mafioso o terrorista, se siete sospetto di qualunque altro reato, d’ora in poi polizia e magistratura le prove se le devono cercare altrove e prima di mettervi il telefono sotto controllo. La nuova legge dice infatti che intercettare si può ma solo dopo “manifesti indizi di colpevolezza”. Ma se non solo nella realtà ma perfino nei film, telefilm e fiction sempre si vede che le indagini giungono alla prova usando l’intercettazione e non intercettando dopo la colpevolezza? Peccato: chi indaga sia meno pigro e se lo faccia dire in faccia, a voce o per iscritto che uno è colpevole.

Sempre nei film, telefilm, fiction e nella realtà si vedevano poi fino a ieri tutori della legge che piazzavano microfoni nei luoghi abitati e frequentati dai sospetti di reato per sentire, non visti, quel che lì si dice. Bene, si potrà continuare a fare nei film, telefilm e, forse, nella fiction. Nella realtà non più perché la nuova legge dice che i microfoni si possono mettere solo nei luoghi dove si compie il reato. Cioè prima devo sapere quale banca vanno a rapinare o dove convocano la riunione per spartirsi bottino o tangenti e poi vado lì a mettere il microfono. Altrimenti non vale, non si può.

E comunque, anche se la prova della colpevolezza la devo avere prima, anche se si può mettere il microfono solo in flagranza di luogo e quindi di reato, mai per più di 60 giorni. Se il sospetto si tradisce al sessantunesimo, buon per lui.

Di tutta questa roba comunque, intercettazioni e indagini varie, meno ne finisce sui giornali e meglio è. Prima di scriverne occorre aspettare la fine dell’indagine preliminare, in Italia anni. E poi se ne potrà scrivere per riassunti e sommi capi. E se scendi nei particolari non autorizzati, la legge ti infligge una multa, centinaia di migliaia di euro, che ti passa la voglia.

La votano con la fiducia questa legge perchè, dicono, è urgente e indiscutibile. Serve, dicono, a che non ci siano più “schifezze” private sui giornali. Serve, dicono, perchè i magistrati la smettano di sostenere le loro indagini giocando di sponda con i mass-media. Serve, dicono, a togliere armi improprie dalle mani di coloro che vogliono trasformare la vita politica e civile in un infinito “Grande Processo”. La prima cosa che dicono è falsa, le altre sono realtà. Ma che legge è quella che per evitare l’uso improprio e distorto delle indagini, abolisce le indagini?

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie