Intercettazioni, il Pdl cerca l’intesa e fa i conti con il nodo bavaglio

Il Pdl è al lavoro per calmare le acque sul fronte intercettazioni, lunedì prossimo il ministro della Giustizia Angelino Alfano dovrebbe incontrare il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno per fare il punto sul da farsi.

Alcuni problemi sono stati in parte risoldi con gli emendamenti presentati dalla Bongiorno e dal capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa avrebbero già risolto molti ‘problemi’. Ma restano ancora dei nodi da sciogliere come quello che riguarda la libertà di stampa: punto sul quale, sempre secondo quanto si apprende nella maggioranza, il Colle avrebbe insistito non poco.

Per risolvere la questione però si dovrebbe fare una forzatura regolamentare. Si dovrebbe cioè considerare comunque ‘ammissibile’ un emendamento che interviene su un punto del testo sul quale c’è già stata la cosiddetta ”doppia conforme” (la pronuncia sia della Camera sia del Senato).

Questa opzione può essere decisa solo dal presidente della Commissione e da quello della Camera. Nel caso specifico, a Palazzo Madama si è intervenuti sulle sanzioni agli editori e ora il tentativo è quello di ‘ritoccare’ anche la parte che riguarda i giornalisti e i divieti di pubblicazione.

A tentare questa strada ci ha provato il Pd che, con il capogruppo in commissione Donatella Ferranti, ha presentato, tra gli oltre 400, un emendamento che di fatto scardina l’impianto del ddl sulla liberta’ di stampa: dopo l’udienza ‘filtro’ nella quale il magistrato compie una selezione tra le intercettazioni ‘irrilevanti’ ai fini delle indagini e quelle ‘rilevanti’, i giornalisti potranno pubblicare queste ultime. Quelle estranee alle indagini invece resteranno ‘top secret’.

Il capogruppo dei Democratici alla Camera Dario Franceschini ha offerto a Fini di votare questa ed altre sei proposte di modifica targate ‘Pd’. Ma il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto e’ stato categorico: se i finiani votano modifiche proposte dall’opposizione, sono fuori dal gruppo.

Il finiano ‘doc’ Italo Bocchino si è allora affrettato a rispondere che i parlamentari vicino a Fini voteranno solo gli emendamenti della Bongiorno e quelli presentati dal capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa. Quella del Pd, si è poi commentato nel centrodestra, e’ stata solo ”un’azione di disturbo” che, come tale, doveva essere respinta con fermezza.

Il ‘suggerimento’ del Colle però non può restare inascoltato. Nel Pdl si sostiene così che, alla fine, un ‘ritocco’ per ‘ridurre’ il bavaglio potrebbe arrivare anche dal governo che, insieme al relatore (Giulia Bongiorno), puo’ sempre presentare emendamenti. I tempi sono stretti e lunedì ci si dovrà pronunciare sull’ammissibilità di emendamenti e sub-emendamenti e da martedì si dovrebbe cominciare a votare.

Il testo è atteso in Aula il 29 luglio.

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