Intercettazioni, Berlusconi: possibile il rinvio

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha aperto all’ipotesi di slittamento dei tempi parlamentari del disegno di legge sulle intercettazioni. Si tratta di una svolta importante, dopo le aspre polemiche delle ultime settimane, tanto che in ambienti della maggioranza non si escludono modifiche su alcuni punti controversi.

L’apertura di Berlusconi, che va presa con le molle come tutte le cose che dice, perché potrebbe essere solo un espediente tattico destinato a essere ribaltato da qualche nuovo colpo di teatro, è  emersa dal vertice del Pdl tenutosi nel primo pomeriggio di mercoledì 16 giugno  a Palazzo Grazioli a Roma.  Nel corso del vertice, Berlusconi, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, avrebbe posto le basi per un cambiamento di strategia su questo tema.

In giornata anche il leader della Lega Umberto Bossi non aveva escluso la possibilità di modifiche tramite emendamenti.Bossi non più tardi di sabato aveva invece detto: la legge non si tocca più, altrimenti non passa.

Diverse possono essere le ragioni che hanno influito sul cambiamento, o forse solo modifica e forse solo modifica temporanea di rotta di Berlusconi. Una può essere il timore di una bocciatura da parte della Corte costituzionale, come ha detto lui stesso: “Sento che ora si parla di mettere in calendario per il mese di settembre il ddl intercettazioni. Poi bisognerà vedere se il Capo dello Stato vorrà firmarlo e poi quando uscirà ai pm della sinistra non piacerà e si appelleranno alla Corte costituzionale che, secondo quanto mi dicono, lo boccerà”.

La prospettiva non gli ha fatto certo piacere: “Ci abbiamo messo quattro mesi per fare una legge che afferma un diritto fondamentale alla nostra libertà. Abbiamo sentito tutti: questi, quegli altri, magistrati, stampa. Poi il cdm ha varato la legge sulle intercettazioni che è stata 11 mesi alla Camera e 12 e mezzo al Senato, e ora sento che si parla di metterlo in calendario per settembre” . Però un po’ di sano realismo…

Un altro importante elemento di freno forse sono stati i sondaggi, che nessuno sa leggere e interpretare meglio di lui e che devono avere suggerito a Berlusconi l’idea di lasciare calmare un po’ le acque: l’intera classe politica è d’accordo con lui, ma non tutti possono accettare le sue posizioni stupidamente estreme e alla fine autolewsioniste.

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