Intercettazioni, il giorno della protesta: manifestazioni da Roma a Londra

Oggi è il giorno della protesta contro la “legge bavaglio”, contro il disegno di legge sulle intercettazioni che approderà in Aula alla Camera dal 29 luglio prossimo. A Roma, giornalisti ed editori scenderanno in piazza Navona per protestare, dalle 17 alle 22 scandendo lo slogan “No al silenzio di Stato”. Una prima protesta contro la “legge bavaglio”, in attesa del giorno di silenzio della stampa indetto dal sindacato unitario dei giornalisti, la Fnsi, per il 9 luglio prossimo.

Nella protesta, al fianco di giornalisti ed editori ci sono il Popolo viola, la Cgil, l’Arci, Articolo 21, Libertà e giustizia, Agende Rosse e Libertà è partecipazione. Giornalisti, associazioni e società civile, partiti (Pd, Idv Sel, Federazione della sinistra saranno in manifestazione), i sindacati di polizia che oggi interverranno dal palco di piazza Navona. E poi i magistrati. Ieri il presidente del’Anm Luca Palamara ha espresso sostegno alla Fnsi, sottolineando che i magistrati associati sono “al fianco dei giornalisti”.

La protesta però non è solo a Roma. Da Roma l’urlo contro il “silenzio di Stato” si sposterà a Milano (in piazza Cordusio dalle 18.30), passando anche per Torino, Bari, Palermo, Padova, Parma. Un totale di 22 città, comprese Londra e Parigi, dove sono stati organizzati presidi dalla Fnsi.

Sul palco di piazza Navona, ci saranno giornalisti, attori esponenti di associazioni varie e tanti artisti. A parte Dario Fo, in collegamento telefonico, Massimo Ghini, Leo Gullotta, i Tetes des bois, la Piccola Sinfonietta, Giovanna Marini. Chi voglia contribuire alle spese, si può fare un versamento alla Fnsi di 3 euro così che “chi non potrà essere fisicamente a piazza Navona ha il modo di partecipare ugualmente in prima persona alla lotta che coinvolge tutti”.

Nella conferenza stampa di presentazione della manifestazione di Roma Franco Siddi, presidente della Fnsi, Roberto Natale, segretario, ed Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti, hanno sottolineato che: “La libertà di informazione è un bene pubblico irrinunciabile e per questo la lotta e le iniziative incessanti contro il ddl Alfano sono riusciti a rendere compatti i giornalisti e hanno radunato attorno a loro le associazioni e i cittadini che vogliono difendere la Costituzione”.

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