Ddl intercettazioni, il Pdl presenta 6 subemendamenti

Domenico Benedetti Valentini

In Commissione Giustizia del Senato sono stati depositati 73 subemendamenti al ddl intercettazioni. Di questi solo 6 sono della maggioranza. Due di queste proposte di modifica, firmate dal legale del premier, Piero Longo, modificano gli emendamenti presentati dal governo al testo intercettazione su due punti piuttosto tecnici. Le altre quattro, che portano la firma di Domenico Benedetti Valentini, sono state presentate, spiegano nel centrodestra, per lo più a titolo personale: in uno dei suoi emendamenti, il senatore Benedetti Valentini, suggerisce di sostituire l’indicazione del magistrato a cui si deve chiedere l’autorizzazione a intercettare con “il competente giudice per le indagini preliminari”. Nella modifica proposta dal governo nei giorni scorsi, si faceva riferimento, invece, al “tribunale del capoluogo del distretto nel cui ambito ha sede il giudice competente che decide in composizione collegiale”.

“Ho presentato questi quattro sub-emendamenti – spiega Benedetti Valentini – perché non sono affatto d’accordo con la norma del ddl confermata, anche se con un’altra dicitura, dal governo, che affida solo ai Tribunali del capoluogo del distretto in composizione collegiale la competenza a decidere sulla richiesta di autorizzazione ad intercettare”. “Per me – aggiunge – si creerà una confusione massima e un ingolfamento indescrivibile di questi uffici giudiziari”. Pertanto il senatore del Pdl, consapevole del fatto che non si riuscirà in soli “sei mesi” (come previsto dalla norma transitoria voluta dal governo) ad organizzare i Tribunali distrettuali per rispondere in sede collegiale ad ogni richiesta di intercettazione proveniente da ogni Procura della zona, suggerisce tre soluzioni diverse: prevedere invece dei “sei mesi”, “diciotto mesi” o “ventiquattro mesi”. Infine propone che questa misura del Tribunale distrettuale in sede collegiale si applichi solo dopo che sia stato approvato il decreto del governo che disponga “la totale informatizzazione idonea a garantire la pronta e riservata trasmissione degli atti e documenti posti alla base delle richieste di autorizzazione ad intercettare”.

L’altro grande problema di questa norma, infatti, per Benedetti Valentini, sarebbe lo “spostamento su e giù per l’Italia di tutta la documentazione necessaria a supportare ogni richiesta di intercettazione”. “Perché questo non avvenga – insiste – l’informatizzazione dovrà essere davvero completa e funzionante, altrimenti l’intero meccanismo salterà e non sarà davvero più possibile fare le intercettazioni in questo Paese”.

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