Intercettazioni, Zanda: “Se diventano legge l’unica risposta è la disobbedienza”

Luigi Zanda

Seppure a malincuore, il vicepresidente dei senatori del Partito Democratico Luigi Zanda invita i giornalisti a “disobbedire” alle legge sulle intercettazioni in discussione in commissione Giustizia.  “Se il disegno di legge sulle intercettazioni e le pesantissime limitazioni alla libertà di stampa dovessero diventare legge – ha spiegato Zanda – l’unica risposta possibile sarà la disobbedienza. Fare questa affermazione ha per me un costo personale elevatissimo. Mai avrei pensato che mi sarebbe capitato d’essere costretto a parlare della necessità di disobbedire a una legge del mio Paese”. E’ quanto dichiara il vicepresidente dei senatori del Partito democratico Luigi Zanda.

“La condizione dell’informazione in Italia è diventata drammatica. L’Italia – prosegue Zanda – è al 72 posto nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa. Pressoché tutta la televisione (diciamo un 80-90%) è controllata da Silvio Berlusconi. Moltissime riviste entro pochi mesi saranno costrette a chiudere per l’aumento delle tariffe postali. La stampa quotidiana e periodica – persino di più di altri settori industriali – viene spinta sempre più nell’angolo dalla crisi economica, con conseguenti pesantissimi tagli di personale e di giornalisti”.

Secondo il senatore “il tutto avviene  in un contesto di quotidiano esproprio del potere legislativo che spetta al Parlamento ma che il Governo esercita direttamente attraverso decreti legge, maxi-emendamenti, ordinanze di Protezione civile. Con le autorità costituzionali e di garanzia delegittimate dal Presidente del Consiglio non appena gli garba”.

Per Zanda il ddl sulle intercettazioni “invece di proteggere la privacy dei cittadini per bene, aiuta corrotti e delinquenti tagliando le unghie alle indagini di polizia, carabinieri, guardia di finanza e applica una vera e propria censura all’informazione”. “Se questo progetto verrà portato a termine, l’unica risposta dovrà essere, nei modi possibili, la disobbedienza democratica. Per un parlamentare – conclude Zanda – disobbedienza democratica significa offrire la propria voce a tutta la libera stampa che il disegno di legge vuole oscurare”.

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