CAMPOBASSO – Una sorta di socialismo alla molisana, una riedizione vernacolare dell’Iri, un altro esempio di come “privatizzare i profitti e socializzare le perdite”, tipico tratto del capitalismo italiano: il Molise di Michele Iorio (Pdl, governatore per 14 anni, in Regione dal 1990) è un po’ di tutto questo.
Certo non è una Regione, la stessa che ha investito 38 mila euro per lo studio dell’ululone appenninico, che resta indifferente alle imprese che sorgono sul suo territorio. Anzi “partecipa” molto alle loro vicende. Innaffiandole di denaro pubblico, nominandone i vertici, pagando il conto di gestioni fallimentari. Il tutto con poche proteste da parte dell’opposizione, “calmierata” da alcune manciate di poltrone.
Un articolo di Francesco Benucci sul Sole 24 Ore passa in rassegna alcune nomine discutibili:
“Succede così che il coordinatore provinciale del Pdl, imputato per rimborsi fantasma e fatture gonfiate quando era al vertice dell’ente agricolo Arsiam, venga promosso al vertice dell’Istituto autonomo case popolari dove si trasferisce senza rinunciare alle vecchie abitudini. Risultato: a ottobre il Tribunale di Campobasso l’ha interdetto per sei mesi dai pubblici uffici.
O per Michele Picciano, già assessore regionale al Lavoro e poi presidente del consiglio regionale, non rieletto alle scorse regionali, imputato per voto di scambio e concussione (assolto dal secondo e prescritto per il primo capo): a lui è andata la presidenza dell’ente idrico Molise Acque.
E così via: all’Arpa, l’agenzia di protezione ambientale va il primo dei non eletti della coalizione, Quintino Pallante, nonostante sia in odore di conflitto d’interessi come imprenditore del settore edile e dei lavori pubblici.
E così per il primo dei non eletti dell’Udc paracadutato alle case popolari.
O per il settantenne Tonino Di Rocco, segretario della Nuova Dc, alla presidenza dello Zuccherificio.
O per la società dei polli di Bojano affidata al consigliere diplomatico presidenziale (ebbene sì, un diplomatico per il presidente di una micro-regione).
O per il segretario regionale dell’Udc, Teresio Di Pietro, al vertice di Fin Molise, la finanziaria regionale messa sott’osservazione da Tar, Consiglio di Stato e per un certo periodo anche da Banca d’Italia e dalla Commissione Ue per il sospetto di procedure in violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato”.
Ce n’è anche per l’opposizione. Nel consiglio di amministrazione di Fin Molise viene nominato l’avvocato Domenico De Angelis, segretario provinciale dell’Idv a Campobasso, primo dei non eletti alle Regionali del 2011. De Angelis, a quanto scrive Benucci, “aveva avuto rapporti professionali, come avvocato, proprio con la partecipata Fin Molise, e la storia è terminata quasi a carte bollate. Al di là della singola vicenda soggettiva, come può un esponente di opposizione rappresentare la politica finanziaria di Michele Iorio nel cda della finanziaria regionale? Misteri molisani”.
Massimo Romano, consigliere regionale all’opposizioneUn sistema traversale denunciato con un dossier di 980 pagine fra esposto e allegati, “Il sistema di gestione della cosa pubblica in Molise”, inviato a magistrati e giornali da Massimo Romano, 31 anni, il più giovane e il più votato fra i consiglieri regionali dell’opposizione, leader della lista civica Costruire Democrazia.
Denuncia Romano: “Dallo Zuccherificio a Solagrital, passando per la Geomeccanica a Pomolì: non c’è una sola azienda su cui abbia messo mano la politica che non sia miseramente fallita gettando sul lastrico migliaia di famiglie e derubando i contribuenti. Come al solito nessun colpevole, e anzi i responsabili dei disastri si cimentano in patetiche operazioni di imenoplastica che rischiano di provocare anche reazioni sconsiderate frutto dell’esasperazione di chi magari non riceve la retribuzione da 6 mesi a fronte di dirigenti aziendali inadeguati che si auto-attribuiscono premi di risultato di decine di migliaia di euro”.
Il riferimento è alla cooperativa Solagrital di Bojano, che produceva polli e “prodotti avicoli” per Arena e per Aia, ora in procedura di concordato preventivo: è la seconda industria del Molise e i suoi problemi si ripercuotono su tutta la filiera avicola, dai lavoratori agli allevatori ai trasportatori.
L’altro grosso caso è quello dello Zuccherificio di Termoli. Benucci:
“affidato nelle mani dell’imprenditore isernino Remo Perna ad un costo dieci volte inferiore di quello pagato dalla Regione solo pochi mesi prima grazie ad un perverso quanto collaudato meccanismo di sopraprezzo azioni, e miseramente fallito con un buco da circa 80 milioni. Con un finale quasi da comiche: ora è Perna a chiedere i danni a Iorio, all’assessore Gianfranco Vitagliano e a al superconsigliere di Iorio, Antonio Ventresca, accusati – a suo dire – di averlo «indotto in errore con artifici e raggiri». Una denuncia per truffa, insomma, con richiesta di risarcimento danni a loro carico per oltre 5 milioni.
Quello stesso Ventresca, per dirne una, che compie una parabola mirabolante, sempre grazie alla politica: da docente di lettere in un istituto agrario, passa nella stanza del presidente grazie all’attivazione di un comando presso la sua segreteria politica, da lì al vertice dell’ente agricolo Ersam che viene posto in liquidazione e ci resta per oltre 7 anni e poi paracadutato nel cda della Fondazione di ricerca e cura Giovanni Paolo II, sorta sulle ceneri della defunta Università Cattolica del Molise. Requisiti manageriali? Non pervenuti”.
Paolo Di Laura Frattura, candidato del centrosinistra alle Regionali del Molise 2013Se questa è stata la Regione di Iorio, che si sta per ricandidare per la quinta volta, nonostante una condanna in primo grado a un anno e sei mesi di reclusione, non sembra migliore la prospettiva qualora vinca Paolo Di Laura Frattura, candidato dell’opposizione già sconfitto da Iorio nel 2011. Cresciuto all’ombra della Democrazia Cristiana, da sempre potentissima in Molise, Di Laura Frattura si è candidato due volte, senza successo, con Forza Italia, alle regionali del 2000 e del 2001. Poi è stato uno stretto collaboratore di Iorio, fino alla scoperta di un’improvvisa passione per la causa del centrosinistra.
Di Laura Frattura, come collaboratore di Iorio, ha partecipato attivamente alla costruzione della centrale Turbogas di Termoli, una vicenda controversa finita in tribunale (tutti assolti, per la cronaca). Un’altra vicenda controversa vede Di Laura Frattura protagonista: è la costruzione di tre centrali a biomasse nella piana del Matese, patrimonio ambientale e speleologico.
Di queste tre ce n’è una che sta per essere realizzata, nonostante le proteste di locali e ambientalisti: il proprietario della costruenda centrale è proprio Paolo Di Laura Frattura. Nessun problema, ha spiegato al giornalista molisano Paolo De Chiara il diretto interessato, nessun conflitto d’interessi: “Ho ceduto le mie quote dell’impianto a titolo gratuito al marito della mia segretaria”.