Musumeci ministro con delega alla Protezione Civile parla di buon mattino alla radio. Es auspica, annuncia, perora la costruzione (ogni riferimento edilizio non è nel caso metafora) di una Legge Speciale. Speciale, perché speciale? Perché c’è stata Ischia, le sue frane, i suoi morti. Una Legge Speciale per abbattere gli edifici costruiti là dove diventano trappole per chi ci vive in caso di frana, alluvione, smottamento, inondazione, terremoto? Non proprio, anzi ministro Musumeci di demolizioni non parla. Una Legge Speciale che impedisca di costruire dove non si deve e trasformi il teorico non si può in effettivo divieto? Non proprio, ministro Musumeci forse dà tutto questo per scontato. O forse no. Forse pensa appartenga al regno dell’impossibile. Quindi condanna “l’abusivismo delinquenziale”, pronuncia il “senza nulla concedere all’abusivismo delinquenziale” e finalmente va al punto e al cuore della Legge Speciale: “Recuperare centinaia e centinaia di migliaia di piccoli abusi. Spiega il ministro “La finestra aperta in bagno è l’esempio più calzante”. La finestra, la veranda, l’allargarsi…Che male c’è e, se un po’ di male c’è, saniamolo. Il male è l’abusivismo delinquenziale, tutti gli altri no. Il primo merita il “nulla concedere”, l’infinita famiglia dei secondi, gli abusivismi semplici, meritano una Legge Speciale, un “recupero”, cioè un condono.
Cogliere l’occasione
E’ istinto e forse natura ormai consolidato e congenita del ceto politico cogliere l’occasione. Musumeci che dalla sua Sicilia ha visto e imparato quanto vasto sia l’abusivismo della finestra aperta in bagno, coglie l’occasione per una proposta, una iniziativa da…Protezione Civile. Proteggere con un “recupero” le centinaia di migliaia (milioni?) di allargamenti casalinghi (ricordate il “padroni in casa nostra” cavallo di battaglia di Forza Italia ai tempi?), proteggerli dalla dura mano che si abbatterà (?) sull’abusivismo “delinquenziale”. Quale il confine tra l’abusivismo delinquenziale e quello della finestra aperta in bagno ministro Musumeci non tratteggia. Da decenni secondo pratica e prassi e volontà delle famiglie, imprese, territori, elettori, partiti politici e amministrazioni coinvolti e toccati il confine…non esiste, non c’è. Son tutte case fatte con i sacrifici, il sudore, i risparmi, la libertà…Abusivo questo fabbricato in maniera pericolosa e criminale? Dimostralo! E’ la risposta di massa.
Finisce a condono nazionale
Forse Giorgia Meloni impedirà che l’istinto si compia, forse il presidente del Consiglio impedirà lo smottamento naturale del pensare e volere di un ceto politico. Solo di un ceto politico? Una intera società, la nostra, si bea e si compiace e si diletta dell’essere irresponsabili coltivatori del proprio, della propria roba, qualunque essa sia. L’irresponsabilità totale nella coltivazione del “mio” è considerata virtù sociale, sono le stimmate di santità della religione del faccio come mi pare perché come mi pare è giusto, bello e santo. Per fermare, o almeno contraddire, questa massiccia e dominate pedagogia sociale bisognerebbe svuotare la tv del pomeriggio e della sera dalle signore del “realizza il tuo sogno, sii te stesso”. E avvicendare magari nei social gli influencer del sii te stesso, realizza i tuoi sogni. E decostruire il claim principe di ogni pubblicità, appunto il “realizza i tuoi sogni, sii te stesso. E insegnare a scuola e in famiglia che il sii te stesso, realizza i tuoi sogni…dipende. La cementificazione abusiva e non di isole, coste, valli, colline, alvei fluviali di tutta Italia è stato un gigantesco, visibile, concreto realizzare i nostri sogni ed essere noi stessi.