Istat, Brunetta: Il Paese ha tenuto, nessun conflitto sociale

ROMA – Il rapporto annuale 2010 dell'Istat offre una ''radiografia impietosa dello stato dell'economia italiana con le sue ombre ma anche con le sue luci'', e ''testimonia come l'Italia abbia tenuto''. Lo dice in un' intervista al Corriere della Sera Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione. In Italia, aggiunge, ''nonostante la congiuntura non c'e' stato conflitto sociale, nessuna banca e' fallita, i conti pubblici hanno tenuto e cosi' le imprese: anche nella crisi quelle nate sono piu' di quelle morte''. ''I lavoratori dipendenti – spiega Brunetta -, al netto dei 500 mila circa in cassa integrazione, e i pensionati non hanno perso potere d'acquisto. Questo e' invece avvenuto per i lavoratori autonomi e per le famiglie, se consideriamo le altre fonti di reddito''. Anche la questione dei giovani, afferma il ministro Brunetta, ''si e' aggravata con la crisi, ma ha cause strutturali''; in Italia non ci saranno manifestazioni in piazza come in Spagna perche' ''da noi i precari sono un quarto rispetto a loro'' e ''sono tali perche' c'e' una netta divisione tra lavoratori insiders, superprotetti dalle norme, e chi sta fuori, gli outsiders appunto''. Per il ministro non e' una novita' nemmeno che ''il tasso di occupazione femminile in Italia e' basso perche' non ci sono servizi come gli asili nido''. L'Italia insomma, argomenta Brunetta, ha il suo ''modello originale di galleggiamento'', ''la famiglia, il sommerso e le reti informali'' sono stati per Brunetta ''gli ammortizzatori sociali che ci hanno permesso di reggere meglio alla crisi''. Ora serve un ''riscatto'', con ''la crescita'': ''non abbiamo mica perso gli asset della nostra economia; le nostro imprese, il nostro welfare, la nostra forza lavoro, il nostro made in Italy''.

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