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Italia “corrotta”, serve una norma: ma è braccio di ferro tra Pd e Pdl

di admin |20 Febbraio 2012 9:29

ROMA – Il mondo della politica, gli operatori del diritto e il governo chiedono a gran voce norme per fronteggiare l'emergenza corruzione in Italia, il cui 'costo' per l'Italia e' stato appena valutato dalla Corte dei Conti in circa 60 miliardi di euro, ma in parlamento la strada per il ddl anticorruzione messo a punto dall'allora Guardasigilli Alfano si fa sempre piu' in salita.

Tra Pdl e Pd, almeno a sentire i 'tecnici' della giustizia, le posizioni sembrano piuttosto distanti. I pidiellini, come spiega Jole Santelli, vorrebbero stralciare tutta la parte del provvedimento (l'articolo 9) che riguarda il codice penale, mentre Democratici e Terzo Polo, con la relatrice Angela Napoli (Fli) in testa, insistono: le due cose, cioe' le misure sulla prevenzione e quelle penali, devono marciare di pari passo.

''Altrimenti – osserva il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti – vorra' dire che si vuole affossare tutto''. Ma e' quando si entra nel merito che le differenze sembrano insormontabili. ''Sarebbe bene che si allungassero i tempi della prescrizione almeno per i reati contro la Pubblica Amministrazione'', propone Ferranti.

''Niente affatto – ribatte il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia Enrico Costa – per questi reati i tempi del processo dovrebbero essere molto piu' brevi''. E suggerisce di ispirarsi sul punto al ddl sul processo breve, uno dei testi piu' controversi dell'era berlusconiana.

Ed e' forse per questa diversita' di posizioni, osservano alcuni 'tecnici', che il ministro della Giustizia Paola Severino starebbe prendendo tempo nel dare i pareri agli emendamenti ancora da votare. La dichiarazione del Guardasigilli alla trasmissione di Lucia Annunziata ''In mezz'ora'' farebbe pensare proprio ad un tentativo di mediazione in corso anche perche' la nuova maggioranza non si puo' spaccare su un provvedimento bandiera come questo, si sottolinea nel centrodestra.

''Non ci sono argomenti tabu''' su questo fronte – avverte la Severino ''e anche il tema della prescrizione puo' essere affrontato, dalla testa pero', ovvero dalla misura della pena, e non dalla coda''.

C'e', ad esempio, una proposta del vicepresidente del Csm Michele Vietti, aggiunge il ministro, ''per interrompere la prescrizione all'inizio del processo che deve essere contemperata, allora, con il diritto del cittadino ad essere dichiarato innocente in tempi certi''. ''Ci deve essere una ricerca di equilibrio'', conclude.

Il ministro poi, conversando con alcuni componenti delle commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia che stanno esaminando il testo, avrebbe fatto sapere di voler presentare delle proposte sulla parte penale del ddl (una delle sue prime pubblicazioni da professore, si fa sapere nel Pdl, riguarda proprio i reati contro la Pubblica Amministrazione).

E' una questione importante, ha ripetuto piu' volte, ''che non si puo' liquidare cosi'', in fretta e senza approfondire tutte le tematiche piu' importanti. Una delle proposte a cui starebbe pensando la Severino, ad esempio, sarebbe l' introduzione nel ddl (''nel capitolo che introduce il reato del traffico di influenza'') di una normativa sul conflitto di interessi''.

''Il problema – ha spiegato – sono i conflitti di interesse potenziali'' e la ''cosa difficile e' costruire la norma''. Ma poi c'e' ancora il Pd che vorrebbe inserire nell' ordinamento il reato di auto-riciclaggio e l'Idv che vorrebbe venisse ripristinato il reato di falso in bilancio. Tra i nodi, ha avvertito, anche la perseguibilita' a querela e la soglia di punibilita' che ''sono i veri problemi''.

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