Italia senza piani per il futuro. Passera: “La politica deve ricostruire un clima di fiducia”

Pubblicato il 19 Agosto 2010 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA

”La recessione, i problemi non risolti, la mancanza di rispetto per le istituzioni, la fuga dalle responsabilità della classe dirigente creano incertezza e paura. La politica non elabora un progetto condiviso per il futuro del nostro Paese, per rafforzare la nostra economia e la nostra democrazia: da qui il vacillare dell’identità, che è importante perché tiene insieme la societa”’.

In una lunga intervista al Corriere della Sera, l’Ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, invita la politica a ”ricostruire un clima di fiducia” in modo da sfruttare il ”potenziale enorme” dell’Italia. ”Abbiamo retto meglio di quasi tutti gli altri Paesi la crisi finanziaria, siamo riusciti a tenere sotto controllo i conti pubblici, abbiamo le risorse per vincere la partita della globalizzazione grazie anche alle tante energie nascoste della nostra gente”, sottolinea Passera.

”L’Italia dell’imprenditoria non è ferma. Molto più fermo è il sistema paese. Sappiamo quello che c’è da fare ma continuiamo a non farlo: infrastrutture, formazione, meccanismi decisionali, giustizia”. ”Se vogliamo recuperare almeno parte del ritardo perduto – aggiunge – dobbiamo investire in maniera focalizzata 40-50 miliardi all’anno per 5-6 anni. Non sono cifre fuori dalla nostra portata”.

Nella ripresa dell’economia ”le banche commerciali possono svolgere un ruolo insostituibile nella società. Devono essere a fianco delle imprese e delle istituzioni su tutti i progetti sostenibili che creano sviluppo’, afferma Passera, che si dice ”favorevole anche ad aumentare la tassazione su talune rendite finanziarie, in Italia sono troppo basse rispetto alla media europea, e a una tassa ragionevole sulle transazioni finanziarie”.

L’Ad individua poi nella giustizia il ”problema numero uno” del paese. ”Non c’è patto sociale senza regole condivise e fatte rispettare, senza diritti tutelati, senza sanzione anche sociale per chi non le rispetta. Oggi non è così. In questa situazione – denuncia – crolla la fiducia nello Stato, la grande criminalità si rafforza, la corruzione si diffonde, gli investimenti stranieri scelgono altre destinazioni. Evidentemente per ora sono più forti coloro che non vogliono una giustizia funzionante”, conclude, ma ”bisogna affrontare il problema alle radici con riforme coraggiose e rispettose della nostra Costituzione”.