ItaliaFutura avverte Bersani: “Patto con noi e il Pdl”

Pubblicato il 24 Marzo 2013 - 16:01| Aggiornato il 7 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Italia Futura avverte Pier Luigi Bersani: “Senza Scelta Civica il suo “piano A” non potrà vedere la luce. Serve un governo di scopo con il consenso del Pdl”. L’associazione fondata da Luca Cordero di Montezemolo e legata alla lista di Mario Monti ha lanciato l’avvertimento in un editoriale sul proprio sito.

”Senza i voti di Scelta Civica il ‘piano A’ di Bersani non potrà vedere la luce e la parola ripasserà immediatamente al Presidente Napolitano. Anche per questo è necessario dire con maggiore chiarezza che non siamo disposti a sostenere governicchi”.

“Quello che serve all’Italia, è scritto nell’editoriale di Italia Futura, è un ‘governo di scopo’ che abbia una largo consenso parlamentare, sulla base di un trasparente patto politico con il PdL e con altre forze disponibili, e che metta al centro poche, chiare priorità per far ripartire l’economia e sanare almeno parzialmente il baratro che separa cittadini, istituzioni e politica.

ItaliaFutura bacchetta i ”generici proclami” pronunciati da alcuni dirigenti di Scelta Civica.  L’Associazione diretta da Andrea Romano sostiene che ”Scelta Civica non può in alcun modo avallare iniziative contrarie alla propria vocazione riformista e liberale, dove la responsabilità non ha nulla a che vedere con i generici proclami sul ‘nulla è scontato’ e ‘nulla è escluso’, ma è, al contrario, forte consapevolezza della propria vocazione di baricentro riformatore”. Parole che sembrano dirette a Mario Mauro, capogruppo in Senato, e Lorenzo Dellai, presidente dei deputati, che in due interviste separate avevano usato tali espressioni per spiegare la linea del partito di Mario Monti di fronte al dilemma del sostegno al governo Bersani.

Ecco il testo pubblicato per intero:

“All’Italia serve un governo che affronti subito le emergenze che stanno strozzando il Paese, non un confuso tentativo di strappare qualche parlamentare qua e là per varare un esecutivo debole. Mentre le aziende continuano a chiudere ogni giorno, la povertà e la disoccupazione raggiungono livelli record e gli investimenti continuano a latitare, Pierluigi Bersani rincorre alchimie potenzialmente esplosive.

Il PD non ha vinto le elezioni del 24-25 febbraio e, al di là delle dichiarazioni più o meno roboanti all’insegna di un antiberlusconismo di maniera, è in atto una indecorosa caccia ai voti leghisti e grillini. Il risultato è una miscela d’intransigenza e tatticismo, che se riuscisse ad andare in porto, grazie alla Lega e a pezzi del Movimento 5 Stelle, comporrebbe la nascita di una sorta di “fronte dell’irresponsabilità”. 

Nella situazione di crisi in cui ci troviamo basta poco per far divampare un incendio incontrollabile. È quello in cui spera Beppe Grillo, per condurre il Paese nuovamente ai margini dell’Europa e ancora più lontano dalla crescita economica.

Quello che serve all’Italia è esattamente il contrario di un governicchio costretto a rincorrere i singoli voti, accontentando ogni pulsione populista pur di vivacchiare.

Quello che serve all’Italia è un “governo di scopo” che abbia una largo consenso parlamentare, sulla base di un trasparente patto politico con il PdL e con altre forze disponibili, e che metta al centro poche, chiare priorità per far ripartire l’economia e sanare almeno parzialmente il baratro che separa cittadini, istituzioni e politica.

Nel nostro editoriale del 10 marzo ne avevamo identificati almeno quattro:

1) riforma della legge elettorale;

2) taglio dei costi della politica e trasformazione del Senato in Camera delle Regioni;

3) provvedimenti sul lavoro e il welfare, a partire da una drastica riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sulle nuove assunzioni;

4) pagamento immediato dei debiti della Pubblica Amministrazione.

Questi obiettivi, già oggi condivisi dalla maggioranza delle forze politiche – Partito Democratico in testa – rappresentano una piattaforma minima per partire, che potrebbe poi essere arricchita da riforme più incisive e strutturali su fisco, lavoro e istituzioni.

Questo è il progetto che Scelta Civica deve coerentemente perseguire, evitando di alimentare ogni equivoco che possa far pensare a un eccesso di tatticismo politico. Perché Scelta Civica non può in alcun modo avallare iniziative contrarie alla propria vocazione riformista e liberale, dove la responsabilità non ha nulla a che vedere con i generici proclami sul “nulla è scontato” e “nulla è escluso”, ma è, al contrario, forte consapevolezza della propria vocazione di baricentro riformatore.

Senza i voti di Scelta Civica il “piano A” di Bersani non potrà vedere la luce e la parola ripasserà immediatamente al Presidente Napolitano. Anche per questo è necessario dire con maggiore chiarezza che non siamo disposti a sostenere governicchi. Bisogna recuperare una centralità rispetto ai problemi degli italiani, piuttosto che inseguire un’immaginaria centralità nelle trattative politiche. Il linguaggio della verità è quello che i cittadini capiscono meglio, soprattutto in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo”.