L’Italia ha le regioni più cosmopolite del mondo, almeno stando al numero esorbitante di uffici, delegazioni e sedi distaccate che quasi tutte le regioni italiane hanno in vari paesi del mondo. Quello che viene preso maggiormente “d’assalto” è la Cina ma ci sono anche uffici delle nostre regione in Paesi dove mai ci si immaginerebbe di trovarli: dal Vietnam all’Uzbekistan, dal Porto Rico alla Moldova, dalla Bosnia al Perù. E poi, ovviamente, le sedi a Bruxelles, a cui nessuna regione italiana vuole rinunciare. In totale sono 178 e nessuno si tira indietro: anche le regioni più piccole non rinunciano ad avere qualche ufficio sparso per il mondo. A dirlo è un rapporto del Tesoro su questo strano fenomeno che potremmo chiamare “diplomazia regionale”. Quello che non dice è quanti soldi pubblici vengono spesi per queste sedi e soprattutto a cosa servono.Per favorire gli affari delle imprese di quelle Regioni? Al prestigio dei governatori presenti o passati? L’ipotesi e che non servano a nulla ma che spendano tanti soldi pubblici.
Il Tesoro stila una classifica delle regioni maggiormente rappresentate all’estero. Al primo posto c’è il Veneto del neo governatore Luca Zaia che ha ben 61 sedi in 31 Paesi. Come dice Sergio Rizzo sul Corriere, ad elencarle tutte si farebbe notte ma basta un dato tra tutti: solo in Cina il Veneto ha ben dieci sedi di rappresentanza.
A seguire il Veneto ci sono moltissime altre regioni che fanno della “diplomazia fai da te” la loro arma segreta. E non sono escluse le più piccole che, anzi, sono quelle che riservano maggiori sorprese. Perché se anche di numeri esorbitanti si parla, regioni come Veneto o Lombardia, hanno comunque milioni di abitanti e in qualche modo la loro “diplomazia” potrebbe essere anche giustificata. Ma regioni piccole come il Molise, la Valle d’Aosta, le Marche? Eppure anche queste regioni “mignon” hanno i loro bravi uffici all’estero. La Valle d’Aosta, ad esempio, con i suoi 124 mila abitanti, ha ben 28 presidi sparsi nel mondo, tra cui quattro in Russia. La Regione Marche ha nove basi all’estero, quattro in più della confinante Emilia Romagna che, pure, ha il doppio degli abitanti.
E spesso questi presidi non servono nemmeno a niente. Lo rese chiaro nel 2005 Sandra Lonardo Mastella, in quel momento presidente del Consiglio regionale della Campania, visitando una sede della regione all’estero il cui responsabile, parole della signora, “viene solo alcuni giorni ogni mese”. Peccato che il dossier del Tesoro non ci dica quanto si spende per queste sedi all’estero. Ma forse, è meglio così.
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