Italia vota, austerity non c’è più. Europa ci fa sconto elezioni: 10 mld, almeno

Italia vota, austerity non c'è più. Europa ci fa sconto elezioni: 10 mld, almeno
Il ministro all’Economia PIer Carlo Padoan al suo arrivo al Senato in una foto di archivio
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA – Italia vota, l’Italia va a votare. E se sia tra quattro, sei o nove mesi è la cosa che attira tutti gli sguardi nel cortile di casa, il classico dito che il pigro d’occhio e di intelletto fissa quando con quel dito gli indicano la luna. Chi invece si occupa di cose più di sostanza fa altro ragionamento e altre scelte oltre a quelle in fondo effimere di calendario. Il ragionamento è questo: l’Europa, l’Unione Europea, la stabilità, il sistema (chiamatelo come volete) se l’è cavata in tre elezioni in cui era dato a rischio: Austria, Olanda e Francia. E se la caverà di sicuro nelle elezioni tedesche. Un po’ di ripresa economica c’è, il voto popolare in quattro paesi non ha fatto vincere gli anti sistema. Vogliamo farli vincere in Italia?

No, la risposta è no, non si vuole dare una mano agli anti sistema in Italia. E quindi non belle parole, ma fatti. Anzi fatti in forma di soldi, soldoni, miliardi di euro. L’Europa ha già deciso e pronto lo sconto elezioni per l’Italia, al minimo dieci miliardi. L’austerity? I ristrettissimi vincoli di bilancio, gli obbligati percorsi di rientro da deficit e debito? Non ora, non quando si vota. Magari…un’altra volta, a sistema salvato anche in Italia e anche a questo giro elettorale.

Dà notizia La Stampa e non è indiscrezione, la notizia è corredata da tanto di documento allegato, di una lettera di Padoan ministro dei conti e finanze ed economia italiane a Dombroskis e Moscovici commissari dei conti, finanze ed economie della Ue. Nella lettera c’è scritto pari pari che l’Italia rientrerà a titolo di “saldo strutturale” di una entità pari allo 0,3 per cento. Pari a circa cinque miliardi, qualcosa in  meno.

E allora? Allora è che la Ue voleva e aveva fissato un rientro dello 0, 8 per cento, una dozzina abbondante di miliardi. Ora accetta il “rientro” più che dimezzato. Scientemente, volutamente e per calcolo politico l’Europa ci fa lo sconto elezioni. Tanto per non turbare qualche sentinella del rigorismo disattenta dei fatti elettorali, forse la Ue dirà: 0,4 per cento e non 0,3 per cento. Ma la sostanza resta e resterà che la Ue accetta che l’Italia “rientri” almeno della metà di quanto trattati e accordi calcolavano e richiedevano. Politica batte aritmetica stavolta.

E infatti il deficit italiano 2.018 sarà fissato e accettato allo 1,8 per cento del Pil. Oggi è al 2,1 per cento, il rigoroso e tracciato binario forzato di rientro prevedeva 1,2 per cento. Un 1,2 per cento che era stato scritto e su cui l’Italia si era impegnata solo poche settimane fa, nel Def. Ma si vota, arrivano elezioni e arriva lo sconto elezioni che l’Europa stavolta fa perché non ha nessuna voglia di dare una mano agli anti Ue e anti sistema in Italia.

E i rincari automatici dell’Iva dal primo gennaio 2.018 se l’Italia non faceva torchio e lacrime nei suoi conti pubblici? Un’altra volta magari…Quindici erano i miliardi da cosiddette clausole salvaguardia Iva, circa 12 da “rientro strutturale”. Ce la caveremo con cinque, massimo sette di manovra pre elezioni. Eccolo lo sconto, dieci miliardi che non taglieremo e dieci di non nuove tasse. All’Europa sembra un prezzo giusto perché le elezioni italiane non dicano il contrario di quel che le elezioni hanno detto in Austria, Olanda e Francia e diranno in settembre in Germania.

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