Italicum al voto finale: opposizioni sull’Aventino. M5S: “Mattarella non firmi”

Italicum al voto finale, opposizioni fuori dall'Aula
Italicum al voto finale, opposizioni fuori dall’Aula

ROMA – Italicum, voto finale. Lunedì sera la Camera voterà l’ultima fiducia sulla legge elettorale che, se approvata, diventerà quindi legge. Visti i numeri delle prime tre votazioni l’esito positivo sembra scontato, resta da capire quanti voti la maggioranza strapperà in questa votazione finale. Alla prima i sì sono stati 352, in calo nelle due votazioni successive. Resta da capire se la minoranza Pd deciderà uno strappo più pesante oppure si sfarinerà ulteriormente. Intanto le opposizioni hanno confermato la scelta dell’Aventino lasciando l’Aula della Camera pochi minuti prima del voto finale: M5S, FI, Sel, Lega e Fdi sono usciti in Transatlantico, durante la dichiarazione di voto del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini.

Forza Italia ha chiesto il voto segreto pur non partecipando allo scrutinio. Mentre i deputati Cinque Stelle si rivolgono direttamente al Capo dello Stato, Sergio Mattarella: “Noi da cittadini chiediamo di non firmare quella legge che porta con se principi di incostituzionalità che portava il porcellum – ha detto Danilo Toninelli in dichiarazione di voto alla Camera – questi cittadini le stanno chiedendo coraggio. E’ una scelta molto coraggiosa, ma che serve per il bene del Paese e per la nostra libertà”.

Era stato lo stesso Toninelli a fare un distinguo e a far sapere che M5s sarebbe rimasto in aula in caso di voto palese. “Resterò in aula e voterò no” ha poi annunciato Pippo Civati, della minoranza Pd. Voto contrario anche dal lettiano Marco Meloni. Il parere finale sulla nuova legge elettorale sarà quindi a scrutinio non più palese.

Il primo ad annunciare l’Aventino era stato il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, ha detto: “Nessuna delle opposizioni parteciperà al voto finale. Non vogliamo essere parte di una giornata funerea per la democrazia italiana. Il Paese deve sapere che chi lo governa fa una violenza inaccettabile al parlamento e alla democrazia: vuole essere un uomo solo al comando. Per questo poi promuoveremo anche un referendum abrogativo. Deve saperlo la Corte costituzionale, visto che la riforma del sistema di elezione del parlamento è approvata a colpi di maggioranza grazie a voti di deputati eletti con un premio dichiarato incostuzionale dalla Consulta ed altri eletti dal centrodestra. E deve saperlo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui chiediamo di riflettere prima di firmare questa legge”.

Matteo Renzi lunedì mattina era nella sede della Borsa di Milano. Qui ha detto:

“La legge elettorale che questa sera io credo e spero sarà approvata dal Parlamento” porta “grande chiarezza: per cinque anni sarà chiaro il governo, chi vince”. Renzi ha parlato di una riforma che introduce “un sistema nel quale il nostro Paese potrà finalmente essere punto di riferimento per la stabilità politica”, spiegando come questa sia “precondizione” per lo sviluppo economico. “Stiamo dando corso e concretizzazione alla riforme dopo decenni di parole in libertà – ha proseguito il premier -. Questa prima parte di riforme è molto corposa ma anche doverosa. E’ l’abc delle regole. Stiamo facendo la legge elettorale per dire che quello che arriva prima vince le elezioni. Non sono cose particolarmente geniali”.

La diretta di Corriere Tv:

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