ROMA – Cosa cambia e come funziona l’Italicum, la nuova legge elettorale? Ve lo spieghiamo in sei domande e sei risposte (il Messaggero lo spiega in 6 punti-chiave):
1. Che sistema è l’Italicum, proporzionale o maggioritario?
L’Italicum è un sistema proporzionale, ma sono tali le correzioni “maggioritarie” previste da renderlo un sistema unico nel suo genere, tanto da valergli il nome di “Italicum” perché mai sperimentato prima in altri Paesi.
La legge prevede un premio di maggioranza, ma se la coalizione che ha preso più voti non supera il 37%, si va al ballottaggio fra la prima e la seconda coalizione più votata. Quindi un turno unico con premio di maggioranza diventa un doppio turno se nessuno supera la soglia del 37% alla prima votazione.
Se il premio di maggioranza e il ballottaggio sono connotati “maggioritari”, le liste bloccate (presenti anche in Spagna e Germania) sono un aspetto super-proporzionale dell’Italicum, che in questo segue la scelta già fatta dal vituperato Porcellum.
A cambiare sono i collegi, che nell’Italicum sono 120, con liste di candidati fra 3 e 6 nomi, cosa che consentirebbe all’elettore di sapere per chi vota e alla legge di superare il vaglio della Corte Costituzionale.
2. Quant’è il premio di maggioranza?
Chi conquista il 37% e oltre dei voti al primo turno ottiene almeno il 15% dei seggi. Un “almeno” che andrebbe meglio definito ma che dovrebbe portare la coalizione vincente a non avere più del 55% dei deputati, tali da assicurarle la maggioranza alla Camera e consentirgli la formazione del governo.
Uno degli aspetti del Porcellum bocciati dalla Corte Costituzionale era stato proprio il premio di maggioranza: per i giudici era incostituzionale consentire a una coalizione di avere la maggioranza a prescindere dalla quantità di voti incassati. Per esempio alle ultime elezioni risulta eccessivo il premio al centrosinistra, che avendo ottenuto meno del 30% dei voti si è ritrovato con il 55% dei deputati.
3. Come funziona il ballottaggio?
L’Italicum introduce per la prima volta il ballottaggio alle elezioni politiche italiane. Funziona più o meno come in Francia. Se nessuna delle coalizioni ha raggiunto il 37% dei voti, si torna a votare due settimane dopo il primo turno. Gli elettori sceglieranno fra le prime due coalizioni più votate. Questo serve a legittimare il governo, che magari al primo turno è espressione di un terzo dell’elettorato, ma al secondo deve avere almeno il 50% più uno dei voti.
Già sperimentato alle elezioni comunali, il ballottaggio torna utile per giustificare l’enorme potere conferito ai sindaci. Che porti in Italia a una virata presidenziale? In Francia, dove vige il presidenzialismo, il doppio turno è servito a tenere lontano dall’Eliseo il Front National di Jean-Marie Le Pen & figli. In Italia sembra una diga contro l’eventualità di un governo Grillo-Casaleggio.
4. Come funzionano le soglie di sbarramento?
Le soglie di sbarramento nell’Italicum sono 3:
il 4,5% dei voti, per i partiti che si presentano in coalizione;
l’8% per i partiti che vanno al voto da soli;
il 12% per le coalizioni.
Applicando queste soglie ai risultati delle politiche di febbraio 2013, sarebbero entrati in Parlamento solo Pd, Pdl e Movimento 5 Stelle, che col 72% dei voti avrebbero ottenuto il 100% dei seggi. Così sarebbe rimasto senza rappresentanza il 28% degli italiani che è andato a votare, vale a dire 9,5 milioni di elettori.
Le soglie di sbarramento così come concepite nell’Italicum prevede che i voti del partito coalizzato che non ha superato il 4,5% vanno al partito alleato e servono per ottenere il premio di maggioranza o andare al ballottaggio.
I piccoli partiti protestano perché così un partito con il 15-20% dei voti può arrivare al 55% dei seggi.
5. Liste bloccate: si può sapere per quale candidato si vota?
L’Italicum, come il Porcellum, ha le liste bloccate. Significa che non ci sono preferenze e che l’ordine dei candidati e quindi la possibilità di essere eletti viene deciso dalle segreterie dei partiti. Un sistema che da una parte toglie potere ai signori delle preferenze e al notabilato locale, ma dall’altro accentra tutto nelle mani dei vertici dei partiti, che nei futuri parlamentari cercano più la fedeltà della qualità.
Ma, anche per prevenire una nuova bocciatura della Corte Costituzionale, l’Italicum adotta un sistema che consente all’elettore di capire per chi sta votando. L’Italia viene suddivisa in 120 collegi: i deputati da eleggere sono 630, ne consegue che le liste avranno da 3 a massimo 6 nomi, cosa che permette a chi vota di capire più facilmente chi sarà eletto.
Con il Porcellum nelle liste c’erano fino a 50 candidati e per capire chi sarebbe entrato in Parlamento e chi no c’erano da fare complicati calcoli, magari tenendo d’occhio chi era in undicesima posizione (nei partiti più grandi).
6. L’Italicum e i “territori”. Come verranno distribuiti i seggi fra le singole regioni?
L’Italicum assegna i seggi in base al risultato nazionale dei partiti. Per la distribuzione degli eletti regione per regione questo significa che, fatto salvo un tetto massimo di parlamentari per ogni regione, i partiti più grandi faranno il “pieno” di deputati nelle regioni dove sono hanno preso più voti, e i partiti più piccoli, se supereranno la soglia del 4,5%, eleggeranno i parlamentari in quelle regioni dove hanno avuto un risultato elettorale migliore.
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