Italicum, ok in Senato senza ribelli Pd e Sel. Urla M5s-Lega durante voto VIDEO

Italicum, ok in Senato senza ribelli Pd e Sel. Urla M5s-Lega durante voto
Anna Finocchiaro e Maria Elena Boschi durante il voto (foto Ansa)

ROMA – Italicun approvato al Senato, ora torna alla Camera. Ma la legge elettorale è stata approvata senza i dissidenti del Pd (in 24 non hanno votato) e i senatori di Sel, che sono usciti dall’Aula al momento della votazione. I sì sono stati 184, i no 66 e 2 gli astenuti. Lo scrutinio è avvenuto tra le urla di Lega, Movimento 5 Stelle e Sel. E’ stato soprattutto il M5S ad alzare la voce e a gesticolare nei confronti della presidenza. C’è chi come il senatore Maurizio Buccarella ha mimato il segno di chi si lava le mani rivolgendosi alla presidenza e chi urla “è tutto uno schifo!”. Contestazioni arrivano anche dal gruppo Sel tramite la senatrice Loredana De Petris che rivendica il diritto di intervenire: “Non è che ogni volta – dice prendendo infine la parola – devo andare in infermeria perché siete tutti cecati…. Non posso sentirmi male ogni volta…”.

La polemica tra la minoranza Pd e la maggioranza renziana è cominciata con la bocciatura di tutti gli emendamenti che chiedevano di modificare l’Italicum così com’è adesso. Invece utilizzando il metodo del super canguro (la tagliola immediata su tutte le modifiche), la maggioranza aveva spento sul nascere qualsiasi possibilità di cambiamento della legge. Quindi i capilista restano bloccati (come piace a Berlusconi), il resto dei candidati votati col sistema delle preferenze.

Prima della votazione, i dissidenti del Pd hanno annunciato perché non avrebbero votato: Miguel Gotor ha annunciato a nome proprio e di “alcuni senatori di diversa sensibilità” il dissenso rispetto al gruppo del Pd sulla legge elettorale, e la non partecipazione al voto. L’annuncio è stato fatto “nel pieno rispetto di un gruppo del quale ci onoriamo di far parte”.

Anche Vannino Chiti ha annunciato il proprio non voto in aula: “Per la seconda volta in pochi mesi debbo annunciare un voto in dissenso dal mio gruppo”.

Perché è così importante l’Italicum e perché è importante approvarlo proprio in questo momento? Perché tutti chiedono il proprio tornaconto e basta solo che un anello della catena si spezzi per far saltare tutto. Proviamo a spiegare: per avere gli accordi necessari, la riforma elettorale deve dare: ad Alfano, Vendola e compagnia bella la soglia bassa del 3%, a Berlusconi i capilista, a Renzi stesso e alla governabilità il ballottaggio. Se smonti uno di questi 3 punti, cascano tutti e 3. Se cade la legge elettorale, cade l’accordo per l’elezione del presidente della Repubblica. Perché a quel punto gli accordi a larghe intesa verrebbero meno. Ma finora tutto precede come previsto dal premier.

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