ROMA – Italicum: Pd e Forza Italia ritirano gli emendamenti. Verso l’intesa a due. “Pd e Fi hanno ritirato ufficialmente gli emendamenti alla legge elettorale” (una cinquantina): l’agenzia Ansa in mattinata ha riportato l’annuncio del presidente della Commissione Affari Costituzionali, Francesco Paolo Sisto, nel suo “speech” sugli emendamenti ammessi. Qualche minuto dopo lo stesso Sisto ha però precisato che “allo Stato solo il Pd ha ritirato i propri emendamenti, non Forza Italia; nulla esclude che altri gruppi potranno ritirarli”. Al netto delle proposte di modifica ritirate e di quelle dichiarate inammissibili ne sarebbero rimaste in campo ancora 250 (ma per Forza Italia il ritiro non è stato ancora formalizzato).
Per andare avanti nella trattativa con Forza Italia, Matteo Renzi aveva chiesto ieri sera (27 gennaio) ai membri della commissione Pd il ritiro tecnico degli emendamenti tranne sui tre punti su cui FI aveva aperto. La minoranza ha accettato “perché – spiega il bersaniano Alfredo D’Attore – così si può andare avanti per migliorare la legge”. Dall’altra parte, Forza Italia aveva dapprima aperto a una soluzione diversa sul premio di maggioranza, accettando una soglia di accesso più alta per (dal 35 al 38%), prima di fare marcia indietro. Gli altri due punti controversi per Forza Italia sono le primarie facoltative ma previste dalla legge e la delega al governo per disegnare i collegi.
Sisto ha quindi precisato che dei Democratici rimangono solo tre emendamenti, riguardanti la delega al governo per definire i collegi, l’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38%, e le primarie facoltative.
Il ritiro combinato degli emendamenti, a questo punto, sarebbe la spinta ulteriore e definitiva per velocizzare l’iter parlamentare. Matteo Renzi, se da una parte ribadisce la volontà di non farsi ingabbiare, non rinuncia tuttavia a un supplemento di trattativa (si era diffusa la voce di un altro incontro con Berlusconi, subito smentita dallo stesso Renzi).
La legge elettorale non è la cosa più importante. Ma è l’inizio di un percorso che può cambiare il Paese: taglio dei costi della politica, semplificazione, superamento di Senato e Province, lotta contro le rimborsopoli regionali. Se passa questa legge poi è più semplice tutto, dal piano per il lavoro all’attrazione degli investimenti stranieri, come hanno notato autorevoli osservatori internazionali in queste ore.
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