ROMA – Ius soli, matrimonio gay, testamento biologico, aborto, divorzio breve, cambio di sesso: sono alcune delle proposte di legge depositate dai parlamentari del Movimento 5 Stelle e che potrebbero scatenare all’interno del movimento di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio discussioni e divisioni anche più laceranti di quelle del caso Lampedusa-reato di immigrazione clandestina, innescato da un emendamento dei senatori M5S Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, votato anche da Pd e Sel.
Ilaria De Carolis e Paola Zanca sul Fatto Quotidiano hanno passato in rassegna le patate bollenti che deputati e senatori a 5 Stelle hanno buttato nel minestrone dell’attività legislativa parlamentare:
“Lo ius soli “temperato” Porta la firma di Giorgio – Girgis – Sorial. Figlio di immigrati egiziani cresciuto a Brescia, appena arrivato in Parlamento, ha scritto la proposta di legge che cambia la vita delle seconde generazioni come la sua. L’ha depositata il 14 giugno scorso. È uno ius soli “temperato”, perchè la faccenda della cittadinanza ai nati in Italia ha già scatenato polemiche interne ai Cinque Stelle. Nel programma non c’è. Nei venti punti nemmeno. Ma il progetto di Sorial, “amplia le condizioni e i requisiti per l’acquisto, per nascita, della cittadinanza italiana, quale misura di integrazione positiva, idonea a produrre inclusione sociale, e di riconoscimento del percorso di radicamento avviato nel nostro territorio dalle persone di origine straniera che vi sono nate, che stabilmente vi abitano e che intendono, con pari diritti e doveri, partecipare alla vita culturale e socio- politica del nostro Paese”. Ahia.
Il matrimonio omosessuale Altra patata bollente. Il programma portato in giro da Beppe Grillo durante lo Tsunami tour non ha mai fatto cenno alle unioni gay. Eppure Luis Orellana – senatore di Pavia – ancor prima di entrare in rotta con il gruppo, appena arrivato a Roma, aveva pensato bene di presentare una proposta tranchant. Che il 2 luglio ha cominciato il suo esame in commissione. Bisogna modificare il codice civile, dice Orellana, perchè “questo è un pregiudizio antico non più tollerabile da parte dello Stato” e va rimosso “consentendo l’accesso al matrimonio civile alle persone omosessuali”.
Aborto e divorzio breve Due leggi targate anni Settanta che il Movimento, ora che siede in Parlamento, vorrebbe adattare ai giorni nostri. Ma anche in questo caso non lo ha detto a Grillo e a Casaleggio. Maurizio Romani – medico di Firenze – vuole intervenire contro “l’aumento degli obiettori di coscienza e le lunghe liste d’attesa negli ospedali pubblici” che “stanno mettendo a rischio il diritto delle donne di interrompere la gravidanza nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge n. 194”. Per questo il 4 luglio ha chiesto l’obbligo per le strutture ospedaliere di avere almeno il 70 per cento di personale non obiettore. Alfonso Bonafede – fiorentino pure lui ma avvocato – vorrebbe invece riammodernare le norme sulla fine del matrimonio: tra la separazione e il divorzio, adesso, devono passare 3 anni. Lui vuole ridurre l’attesa a sei mesi.
Il testamento biologico Un tema che divide trasversalmente partiti e coscienze, su cui il Movimento non ha una posizione messa nero su bianco. Matteo Mantero, commerciante savonese, approdato alla Camera “dopo lunga riflessione”, ha presentato in giugno il ddl che vuole introdurre il testamento biologico in Italia. Il testo, sottoscritto da altri 7 deputati di M5S, prevede: “Nel caso in cui la persona da sottoporre al trattamento sanitario versi nell’incapacità di accordare o negare il proprio consenso, i medici sono tenuti a rispettare la volontà espressa nella dichiarazione di volontà anticipata di trattamento, ovvero nel cosiddetto testamento biologico”. Il “soggetto che presta o rifiuta il consenso ai trattamento” su suo mandato deve tenere conto della volontà espressa dal paziente in precedenza. Un “comitato etico per le strutture sanitarie” deve dirimere i contrasti tra fiduciari del paziente e medici curanti. Importante: “il medico può disattendere le direttive contenute nel testamento biologico”, ma a determinate e motivate condizioni.
8 per mille, caccia e cambio di sesso Non sono temi fondamentali, ma nemmeno di questi, nel programma, c’è traccia. Il 25enne siciliano Francesco D’Uva propone che lo Stato destini il 5 per cento della sua quota sull’otto per mille “per informare i cittadini sui possibili obiettivi che può conseguire” proprio tramite l’otto per mille. La toscana Chiara Gagnarli vuole abolire il diritto di accesso ai terreni altrui per l’esercizio della caccia (“la norma può ledere il diritto alla proprietà privata e mettere a rischio l’incolumità dei cittadini”). Infine il torinese Alberto Airola: chiede che venga riconosciuto “il diritto fondamentale della persona che sente di non corrispondere al sesso indicato nell’atto di nascita di poter adeguare la propria identità fisica a quella psichica”.