ROMA – Iva, scontro nel governo. Il Pdl puntai piedi: no all’aumento dal 21% al 22% il 1° luglio o Silvio Berlusconi “non avrà più interesse a stare nel governo”, avverte il segretario del Pdl e vicepremier Angelino Alfano. Ma il rinvio dell’aumento dell’Iva almeno a dicembre costerebbe due miliardi (quello a settembre si fermerebbe ad un miliardo), che si andrebbero ad aggiungere ai quattro miliardi della soppressione dell’Imu sulla prima casa.
Nulla di fatto all’incontro tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e Alfano. Anche perché il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, dal Lussemburgo per la riunione mensile con i colleghi europei (Ecofin),è stato lapidario: “Qui non vogliono interventi e comunque i saldi non si toccano, devono restare invariati. Fino a quando non torno a Roma non si decide nulla”.
Il Pdl è compatto: sull’Iva il governo può cadere. Ma anche se l’aumento venisse procrastinato a settembre proprio in autunno ci si ritroverebbe punto e a capo, con la Legge di Stabilità che incombe.
In ogni caso la soluzione deve arrivare entro mercoledì 26 giugno, quando ci sarà il Consiglio dei ministri convocato per varare il pacchetto occupazione targato “Giovannini”, dal momento che giovedì Letta volerà a Bruxelles per la due giorni di Consiglio Europeo.
Quel che pare certo è che sull’Iva ci sarà un intervento (se ci sarà) limitato nel tempo.
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