Jobs Act, Bersani a Renzi: “Noi leali, ma perché attacchi tutti tranne destra?”

Jobs Act, Bersani a Renzi: "Noi leali, ma perché attacchi tutti tranne destra?"
Jobs Act, Bersani a Renzi: “Noi leali, ma perché attacchi tutti tranne destra?” (foto Ansa)

ROMA – Il Jobs Act di Matteo Renzi arriva in Senato e la minoranza Pd, dopo il durissimo scontro in direzione di lunedì scorso, manda segnali parzialmente concilianti. A parlare è ancora una volta Pier Luigi Bersani, tra i più duri con Renzi in questi giorni. Stavolta, però, l’ex segretario pur non risparmiando un paio di passaggi velenosi sul premier, è più rassicurante.

Al momento del voto finale, spiega Bersani,

certamente non mancherà la lealtà verso il partito e il governo. Anzi, più netta è la chiarezza delle opinioni, più può emergere il senso di responsabilità”

Da qui a dire che il clima all’interno del Pd sia più sereno però ce ne corre. Perché le frasi successive di Bersani nei confronti di Renzi sono tutt’altro che tenere. “Quando non sono d’accordo lo dico”, premette l’ex segretario che poi ripete quanto già detto in direzione, ovvero che non ha intenzione di “farsi insegare la ditta dai neofiti”.

Subito dopo Bersani affonda su Renzi:

“Prendersela con tutti, con i sindacati, i magistrati, la minoranza del partito e mai una volta con la destra è curioso, perché son dieci anni che governa la destra”.

La partita, a questo punto, si gioca sugli emendamenti. Perché la minoranza Pd si aspetta che Renzi dia seguito a quelle correzioni di rotta emerse in sede di direzione e su cui il premier era stato possibilista. Il premier, però, è in qualche modo tra due fuochi. Per una minoranza Pd che spinge per ampliare la forbice del reintegro e mantenere un sistema di tutele c’è un Nuovo Centrodestra che continua a ripetere che dall’accordo già raggiunto non ci si sposta. E siamo solo all’inizio visto che il testo, in Senato, è ancora fermo a livello di discussione generale.

 

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