La Camera dice sì all’uso delle intercettazioni su Romano

ROMA, 21 DIC – L’Aula della Camera ha concesso l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni nei confronti dell’ex ministro dell’Agricoltura Saverio Romano (Pid) richieste dalla magistratura.

La votazione è avvenuta a scrutinio segreto. I voti a favore sono stati 286, 260 i no. Quattro gli astenuti.

“Così come avevo chiesto in giunta, l’autorizzazione delle intercettazioni mi potrà solo aiutare a dimostrare la mia estraneità ai fatti che mi si contestano” ha affermato Saverio Romano, coordinatore nazionale Pid.

L’autorizzazione della Camera riguarda l’utilizzo di intercettazioni disposte dalla Procura di Palermo a carico dell’ex ministro dell’Agricoltura Saverio Romano nell’ambito del fascicolo d’indagine in cui il politico e’ indagato, insieme al senatore Psi, ex Pdl, Carlo Vizzini e all’ex governatore siciliano Toto’ Cuffaro, di corruzione aggravata dall’avere agevolato la mafia.     Si tratta di 25 telefonate che dimostrerebbero che il ministro Saverio Romano – scrisse il gip nella richiesta all’uso – sarebbe stato a disposizione di un sistema affaristico-politico-mafioso avente al centro le attivita’ del Gruppo Gas di Massimo Ciancimino.

Su Romano pende inoltre la richiesta di rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa. Proprio ieri il gip di Palermo Fernando Sestito ha respinto, dichiarandola manifestamente infondata, l’eccezione di legittimita’ costituzionale della norma che regola l’imputazione coatta presentata dai legali di Romano. I difensori, gli avvocati Raffaele Bonsignore e Franco Inzerillo, avevano eccepito l’incostituzionalita’ della disposizione di legge che non prevede, l’avviso di conclusione delle indagini, nei casi di imputazione coatta: fattispecie che ricorre nella vicenda Romano per cui la procura aveva chiesto l’archiviazione, mentre il Gip ha obbligato il Pm a formulare l’imputazione.    Nel corso dell’udienza preliminare, ieri, il Pm Nino Di Matteo ha depositato un nuovo verbale di interrogatorio dell’ex manager della sanita’ privata, Michele Aiello, condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa. Il giudice ha rinviato l’udienza al 18 gennaio.

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