La Camera regolarizza i portaborse: arriva la "leggina"

ROMA – Nel giorno dell'ok al sistema contributivo pro rata per i dipendenti della Camera arriva un annuncio dei questori di Montecitorio: le commissioni scriveranno una ''leggina'' per i portaborse.

Si tratta di buone notizie per i collaboratori dei parlamentari che molto spesso lavorano in 'nero' e senza che gli sia riconosciuta alcuna tutela. Albonetti ed il collega Francesco Colucci hanno annunciato che la commissione Lavoro di Montecitorio mettera' a punto una ''leggina'' sullo statuto dei collaboratori dei parlamentari, disciplinandone anche l'inquadramento contrattuale.

''L'obiettivo – ha concluso Albonetti – e' far si' che dalla prossima legislatura, tutti i deputati abbiano un collaboratore con un contratto, sulla base di una legge. Cosi' che non sara' possibile nessun tipo di sfruttamento''.

In attesa che arrivi la regolamentazione dei 'portaborse', la Camera si intesta il primato della prima istituzione a mettersi in regola con la riforma pensionistica targata Fornero. Il contributivo pro rata scatta infatti da subito alla Camera che, sottolinea il vicepresidente Antonio Leone (Pdl), e' il primo organo costituzionale ad aver recepito la riforma.

''L'ufficio di presidenza – ha spiegato – ha ratificato l'accordo che il comitato per gli affari del personale ha siglato ieri con tutte le sigle sindacali, nessuna esclusa, allineando la riforma pensionistica della Camera a quanto previsto dalla riforma Fornero, ferme restando alcune specificita'''. Dal 2012, ha aggiunto Leone, si passera' quindi al 'pro rata' per i dipendenti. Saranno previsti, ha fatto sapere inoltre, anche meccanismi di disincentivazione all'esodo.

Una ''integrale riforma'' del sistema pensionistico dei dipendenti di Montecitorio, in base alla quale sale a 66 anni il requisito anagrafico per l'accesso alla pensione di vecchiaia e a 67 anni a partire dal 2021, cosi' come salgono i requisiti contributivi ed anagrafici per il pensionamento anticipato, secondo i parametri contenuti nella riforma esterna (41 e 42 anni di contributi, rispettivamente per le donne e per gli uomini, 62 anni di eta'). I dipendenti che avevano gia' maturato il diritto a pensione e che vorranno andare in quiescenza subiranno un 'decalage'.

E si mette mano anche alle retribuzioni: con i sindacati parte da subito un confronto per definire nuove curve retributive per i dipendenti di futura assunzione, sulla base degli indirizzi gia' adottati in tal senso dall'Ufficio di Presidenza della Camera nella seduta del 21 luglio 2011. ''Stiamo studiando – ha spiegato il questore Gabriele Albonetti – come rivedere le curve salariali dei dipendenti, in conformita' con quelle della pubblica amministrazione, dai prossimi concorsi in poi''.

Con il recepimento di tutti i provvedimenti di stabilizzazione della finanza pubblica adottati dal Governo Monti, spiega il questore Antonio Mazzocchi, la spesa di Montecitorio dal 2011 al 2014 diminuisce di 80.385.000 euro.

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