La mensa dei senatori, i leader “amati”, il metodo “Ru 486″

di Lucio Fero
Pubblicato il 1 Dicembre 2009 - 14:54| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Apprendiamo e incuriositi riferiamo. Apprendiamo dalle pagine di Repubblica e dal menù del ristorante di Palazzo Madama che per i senatori funziona una sorta di mensa aziendale. In realtà questo lo sapevano tutti da decenni. La curiosità nasce dai prezzi: un primo costa al senatore un euro e 72 centesimi, un secondo cinque euro e 63 centesimi, un piatto di formaggi due euro tondi, il dessert un euro e 88 centesimi. Prezzi che sfidano e vincono la concorrenza di qualsiasi mensa aziendale. Ulteriore curiosità: hanno davvero bisogno i senatori di questi prezzi simbolici, davvero non ce la farebbero a chiudere il mese se pagassero il cibo a prezzo di mercato? Non si risanerebbero certo le finanze pubbliche ma un po’ di sano maquillage per la “casta” verrebbe certo da un pasto pagato qualcosa di più di dieci euro.

Apprendiamo da tutti i giornali e dalla lettera ufficiale del dipartimento governativo preposto che il governo non ha dato a Sky l’autorizzazione a trasmerre dal primo dicembre il suo nuovo canale Cielo sul digitale terrestre. Curiosità: è il “metodo Ru 486” che si sta diffondendo e facendo scuola? Il metodo che rinvia all’infinito o almeno il più possibile tutto ciò che al governo non piace anche essendo perfettamente in regola?

Apprendiamo da ogni tv e carta stampata che il premier Berlusconi a Minsk ha recuperato dagli scaffali della storia la categoria del “popolo che ama il leader”. Amore che, quando c’è, fa premio su tutto. Insomma i leader “amati” non si discutono. Amatissimo fu a suo tempo Stalin, amatissimo fu Hitler e Castro e Mao e Mussolini per fermarsi solo al secolo scorso. Come si vede i popoli tributano amore non solo ai leader democratici, anzi. Curiosità: dovremo allora definire le dittature “amori traditi”?