La Russa e la Rauti ricordano l’Msi a 76 anni dalla nascita: “Onore ai fondatori ed ai militanti”. Pd chiede dimissioni

“Nel ricordo di mio padre, che fu fra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse il MSI per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana”. A dirlo è il presidente del Senato Ignazio La Russa in un post su Instagram pubblicato ieri, e poi aggiornato stamane. Post per ricordare il 76esimo anniversario della nascita del Movimento sociale Italiano, fondato il 26 dicembre del 1946. Quanto scritto dal presidente del Senato ha fatto arrabbiare le opposizioni che chiedono le sue dimissioni.

Isabella Rauti “Onore ai fondatori ed ai militanti missini”

Il post segue quello pubblicato nelle scorse ore da Isabella Rauti, eletta senatrice nella XIX legislatura e nominata sottosegretaria alla Difesa del Governo Meloni in quota Fratelli d’Italia. La figlia di Pino, esponente storico della destra dell’Msi, ex volontario della Repubblica di Salò e tra i fondatori dell’Msi, è finita nel mirino delle opposizioni per il suo elogio al Movimento sociale italiano. Istituito il 26 dicembre 1946, l’Msi ha cessato le sue attività il 27 gennaio 1995. “Oggi voglio ricordare quando, a Roma, nasceva il Movimento sociale italiano – scrive la sottosegretaria su Twitter -. Onore ai fondatori ed ai militanti missini. Le radici profonde non gelano”. In allegato al testo, Rauti ha pubblicato foto di vecchi poster con la fiamma tricolore e scatti di suo padre.

Fiano (Pd): ” Ex colleghi in Parlamento? Tutti zitti?”

Quanto scritto dalla Rauti e da La Russa fa infuriare l’opposizione. Il più duro di tutti è su Facebook l’esponente democratico Emanuele Fiano: “Signori, in questi giorni l’esaltazione dell’MSI, partito fondato dai fascisti reduci di Salò, come Almirante e Romualdi, è ormai ai massimi livelli, qui la seconda carica dello Stato. Del quale ovviamente rispetto il ricordo del padre, ma non l’esaltazione dell’MSI. Un partito che sotto la guida di De Marsanich negli anni 50′ sosteneva che rispetto al fascismo bisognava ‘Non rinnegare, non restaurare’. Hai capito? Per l’MSI il fascismo, quello dell’omicidio Matteotti, del Tribunale Speciale, della chiusura dei partiti, dei sindacati, dell’annullamento del Parlamento, dell’istituzione della censura, delle torture, delle violenze, delle leggi razziali, della servile alleanza con bastardi criminali nazisti semplicemente non andava rinnegato. Poi per cara grazia non andava restaurato. E oggi viene esaltato da esponenti del governo e dalla seconda carica dello Stato. Che si prende la rivincita di una vita. E voi? Ex colleghi in Parlamento? Tutti zitti?”. 

Le proteste degli altri esponenti dell’opposizione

“Solo qualche giorno fa hanno giurato sulla Costituzione antifascista ed ora esaltano fondatori, nascita e storia del Msi. Isabella Rauti e Ignazio La Russa sono incompatibili con i loro ruoli di governo e istituzionali. Una deriva culturale inqualificabile. Dimissioni!” scrive su Twitter il deputato del Pd Stefano Vaccari. Chiede il passo indietro anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini: “Zero senso delle istituzioni. Svilita la seconda carica dello Stato”. Più morbida la posizione della presidente dei senatori dem Simona Malpezzi: “Con tutto l’umano rispetto per i padri di Isabella Rauti e Ignazio La Russa, le loro uscite nostalgiche verso il Msi sono gravi. Chi rappresenta le Istituzioni non può non ricordare che le radici democratiche del Paese e la nostra Costituzione sono antifasciste”. Netto il senatore Walter Verini: “Celebrare fascismo e fascisti, come fanno La Russa, Rauti, è offensivo per l’Italia democratica”. 

Queste invece le parole di Osvaldo Napoli passato ad Azione di Carlo Calenda: “Comprendo l’orgoglio e gli affetti famigliari che legano l’onorevole Isabella Rauti alla storia dell’Msi. Comprendo, ma non posso giustificarlo, come italiano e come democratico. Quelle remote radici sono un problema per la destra, perché il partito nato 76 anni fa aveva un orizzonte di valori e di ideali che erano, e sono, una minaccia per la democrazia liberale, finita soffocata nei vent’anni di regime fascista. Concordo con l’esortazione del poeta: parce sepulto. Ecco, va portato rispetto per tutti i defunti, oggi come 76 anni fa la democrazia combatte i valori di coloro che vorrebbero ancora negarla. E sono molti, purtroppo”. 

 

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