La Russa: “La mafia mi minaccia di morte”

Pubblicato il 19 Marzo 2010 - 16:22 OLTRE 6 MESI FA

Ignazio La Russa avrà una scorta rinforzata perché è nel mirino della mafia. Lo ha detto lo stesso ministro della Difesa: “Tre mesi fa sono stato costretto ad avere un livello di protezione personale più alto rispetto a quello precedente, per delle minacce di morte arrivate a un procuratore capo e ai carabinieri espresse nei miei confronti in un colloquio con un pentito di mafia, che mi ha indicato come uno dei più intransigenti avversari della mafia”.

Il ministro ha spiegato di aver voluto rendere noto questo episodio soltanto ora a riprova della sua contrapposizione alla criminalità organizzata, dopo la pubblicazione di un articolo su “Il Fatto Quotidiano”, che chiama in causa il coordinatore del Pdl, relativamente a un’inchiesta dell’antimafia.

“Mi sono guardato bene dal farmi pubblicità – ha detto La Russa -, ma ora lo dico”. Il ministro ha spiegato di non voler aggiungere altri dettagli anche per non interferire in un lavoro di inchiesta che potrebbe essere ancora in corso.

La Russa ha poi definito “una volgare strumentalizzazione” l’articolo pubblicato in prima pagina da “Il Fatto Quotidiano”. “Credevo che un certo giornalismo – ha detto La Russa – avesse toccato il fondo, ma mi sono dovuto ricredere”.

“Come si fa – si è chiesto La Russa – a scrivere cose di questo genere, senza prendersi neppure la briga di fare la minima verifica o di chiamarmi, soprattutto me, che non mi sono mai tirato indietro dal parlare con i giornalisti?”. “In ogni caso – ha proseguito – si tratta di non-notizia, una serie di virgolettati messi insieme, una vergognosa strumentalizzazione”.

La Russa ha spiegato di non aver mai sporto querela nei confronti di un giornalista “ma in questo caso sto valutando una querela sul titolo”. Il Fatto Quotidiano, accusa La Russa, “lancia il sasso e nasconde la mano, perché nel testo dell’articolo non c’è nulla di nulla. Ci sono questi due consiglieri comunali che sono amici di questo e di quello, la cosa non mi riguarda, non mi interessa, non mi appartiene”.

La Russa ha affermato di non conoscere i due personaggi in questione e di “non avere mai intrattenuto rapporti a fini elettorali con persone che potrebbero chiedermi anche una sola virgola al di fuori della legalità”. “Ma poi – ha detto ancora il ministro – le mie tesi e i miei comportamenti possono forse fare piacere a qualcuno della criminalità organizzata?”.