ROMA – Ormai è scontro totale e senza alcuna mediazione tra i due Pd sull’Italicum. L’assemblea dei senatori Pd ha infatti votato sì con 71 voti all’Italicum di impianto renziano, ma la minoranza del partito, in tutto 29 senatori, ha deciso di non partecipare al voto e ha lasciato l’assemblea. I 29 hanno infatti firmato il documento Gotor contro i capilista bloccati. Dopo il faccia a faccia tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi sulla legge elettorale è emersa la volontà del governo che prevede il no alle liste boccate e un meccanismo con capilista e preferenze. Ma a gelare subito il Pd, Renzi e il “suo” Italicum, è Miguel Gotor, bersaniano e voce della minoranza sulla tematica istituzionale: “Ormai non c’è alcuna trattativa con i vertici del partito. Siamo in 29 senatori Pd a confermare la linea del no ai capilista bloccati. Ormai per Renzi la discussione è solo con Berlusconi”. E infatti i 29 hanno poi lasciato l’assemblea. Ora si vedrà come la minoranza si comporterà una volta che il testo sarà al vaglio dell’Aula.
“La questione dei capolista nominati non è decisiva – haperò spiegato Renzi – Elementi decisivi sono il premio alla lista e il ballottaggio. Se ci fosse stata questa legge elettorale Bersani sarebbe andato al ballottaggio e sarebbe diventato presidente del Consiglio”. Renzi ha anche chiarito che il voto sul Quirinale non c’entra niente con l’italicum. “Questa è una legge positiva che ci copieranno in Europa – ha aggiunto – per la prima volta diamo al partito una funzione nuova, ecco perché l’equiparazione tra segretario e presidente del Consiglio. Proporrò per questo anche una modifica allo statuto: segretario per 5 anni anzichè 4”. E ha concluso: “In un partito democratico non si caccia la minoranza ma dopo il confronto si decide per fare insieme le cose”.
Perché è così importante l’Italicum? Tutti chiedono il proprio tornaconto e basta solo che un anello della catena si spezzi per far saltare tutto. Proviamo a spiegare: molto dipende se passa o meno l’emendamento o gli emendamenti che introducono in un modo o nell’altro le preferenze (nell’Italicum “renziano” ci sono ma non riguardano i capilista, che sono invece bloccati). Gli oppositori (non solo il Movimento 5 Stelle e la Lega ma anche quelli interni al Pd) chiedono che venga smontata la questione dei capilista bloccati. Come ha confermato Miguel Gotor (che già ieri aveva sollevato la questione), 29 senatori del Pd sono pronti a votare no: i capilista bloccati non li vogliono e lo ritengono solo un favore a Berlusconi. Ma se passa questo punto salta tutto il resto perché la riforma elettorale la fai se hai gli accordi tra i partiti: e Berlusconi vuole i capilista bloccati per poterli nominare personalmente.
“I numeri ci sono, andiamo tranquilli in aula. L’importante ora è avere rapidamente, dopo 8 anni di attesa una buona legge elettorale”, ha detto in Senato il ministro Maria Elena Boschi ai giornalisti che gli chiedevano se l’Italicum avesse i numeri per essere approvato nonostante i 29 senatori del Pd che non lo voteranno.
La diretta del voto in Senato riportata da Repubblica:
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