Dalla Prestigiacomo alla Carfgana: la politica tra lacrime, urla e insulti

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 - 21:08 OLTRE 6 MESI FA

Stefania Prestigiacomo

Le lacrime in aula di Stefania Prestigiacomo non sono certo il primo sfogo femminile nei palazzi della politica. Singhiozzi e scatti di nervi, impensabili durante gli austeri e seriosi anni della prima repubblica, sono stati ampiamente sdoganati, segno di una politica che non nasconde ma anzi amplifica (anche troppo, secondo alcuni) il ”fattore umano”.

Archiviato l’austero modello della funzionaria di partito tutta d’un pezzo (incarnata alla perfezione da Nilde Jotti), le aule del Parlamento e le stanze del governo sono ormai popolate da una nutrita pattuglia di donne che, di fronte agli intoppi , trovano naturale reagire dando libero sfogo alle emozioni del momento.

La stessa Prestigiacomo in varie altre occasioni ha sbattuto i pugni sul tavolo del consiglio dei ministri per non farsi scippare le competenze del ministero dell’Ambiente, arrivando a scontrarsi platealmente con Silvio Berlusoni. Era il 10 novembre del 2009, quando la Prestigiacomo, di fronte al niet del consiglio dei ministri alla legge sulle quote rosa, ebbe un burrascoso diverbio con il premier; al culmine il premier la apostrofò con un rimprovero venato di paternalismo: ”Stefania, non fare la bambina”. Lei scoppiò in lacrime e lasciò la sala della riunione sbattendo la porta.

Piangeva anche Giovanna Melandri, nel 2007, quando, da ministra dello Sport, ebbe la notizia che la candidatura dell’Italia per i campionati europei del 2012 era naufragata: quando senti’ Michel Platini annunciare che all’Italia erano state preferite la Polonia e l’Ucraina non riusci’ a trattenere le lacrime per la rabbia. Piange spesso, ancora adesso, l’ex ministra del Pd Livia Turco: l’ultima volta in diretta nazionale negli studi di Porta a Porta, mentre parlava con Morgan di come si cade vittime di una tossicodipendenza. Ma più che le lacrime delle donne sono gli scontri tra le donne in politica ad aver recentemente calamitato l’attenzione. L’epico scontro in aula tra Alessandra Mussolini e Mara Carfagna, con la prima che fotografava la seconda mentre chiacchierava con Italo Bocchino, ha fatto conoscere a tutti gli italiani la parola ”vajassa”.

Ma anche prima di quel giorno, le donne in politica si punzecchiavano e battibeccavano. Era successo, ad esempio, tra la ministra del Turismo Michela Brambilla e Stefania Prestigiacomo, due icone del centrodestra al femminile che non si sono mai amate. La lite, meno memorabile di quella Carfagna-Mussolini, scoppio’ quando la Brambilla ebbe l’idea di organizzare come ministro del Turismo un convegno sui parchi nazionali al Gran Sasso senza invitare la collega. Furono scintille, anche se quella volta non c’erano testimoni a riferire quello che si dissero in privato.