Lamolinara, gli inglesi ci avvisarono a blitz già iniziato?

ROMA – Il governo italiano sarebbe stato avvisato dai colleghi inglesi solo dopo che il blitz per liberare Franco Lamolinara e Chris McManus in Nigeria era già iniziato. Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera ricostruisce ora dopo ora le tappe della vicenda che sta provocando tensioni tra Italia e Gran Bretagna.

Ecco la crono-ricostruzione della Sarzanini di quell’8 marzo, così come l’ha pubblicata il Corriere della Sera in data 10 marzo 2012.

10.30

La comunicazione dal MI5 all’Aise arriva pochi minuti dopo il via libera decretato dal Cobra, il comitato per le emergenze, riunito a Downing Street. In Italia sono le 10.15. Il presidente del Consiglio Mario Monti è atterrato da poco a Belgrado. Alle 10.30 è proprio De Gennaro a informarlo che il blitz è cominciato. Nessuna comunicazione preventiva era stata trasmessa per via diplomatica, né c’erano stati contatti fra i due governi.

11.00

L’operazione è in corso, i reparti speciali britannici hanno quasi raggiunto l’obiettivo. Le comunicazioni arrivate all’ intelligence italiana nei giorni precedenti assicuravano che i servizi segreti nigeriani avevano dettagli precisi sull’identità dei rapitori e temevano che avessero deciso di vendere gli ostaggi a un’altra banda o comunque di spostarli in un’altra prigione. Del resto le informazioni iniziali escludevano che l’italiano e l’inglese fossero nelle mani dei fondamentalisti tanto che i primi accertamenti erano stati delegati a Scotland Yard e non agli 007. Soltanto in seguito è stato percepito il rischio che potesse trattarsi di un gruppo più pericoloso e si è deciso l’intervento.

12.30

Mentre le teste di cuoio raggiungono l’obiettivo, l’ambasciatore Prentice entra a Palazzo Chigi. Viene fornita un’informazione scarna su quanto sta accadendo in attesa di conoscere l’esito del blitz. Anche perché – come sempre accade in questi casi – le fasi dell’intervento militare sono coperte da un totale blackout nel timore che una qualsiasi interferenza possa causare problemi a chi sta operando.

13.30

Terminato il colloquio con il rappresentante di governo, l’ambasciatore si reca alla Farnesina. Il ministro Giulio Terzi è a Belgrado con il presidente del Consiglio. Secondo alcune fonti diplomatiche Prentice viene ricevuto dal segretario generale Giampiero Massolo che conosce da tempo e con il quale vanta un ottimo rapporto.

14.00

Attraverso i canali di intelligence filtrano le prime informazioni e parlano di un’operazione fallita, accreditano l’ipotesi che gli ostaggi siano morti. Si cerca una conferma, le consultazioni diventano frenetiche. Monti è sull’aereo che lo riporta in Italia, riceve la telefonata di Cameron che lo informa della tragedia ed esprime il proprio cordoglio.

18.15

Una nota di Palazzo Chigi comunica quanto accaduto. Nel comunicato viene sottolineato che «dal momento del sequestro le autorità italiane avevano seguito la vicenda in stretto collegamento con quelle britanniche», ma si evidenzia come «l’operazione è stata avviata autonomamente dalle autorità nigeriane con il sostegno britannico, informandone le autorità italiane solo ad operazione avviata».

19.30

È il Partito democratico ad avviare il dibattito chiedendo che il governo riferisca in aula su quanto accaduto. Palazzo Chigi ribadisce di essere stato informato soltanto quando il raid era già cominciato e questo fa salire il livello della polemica fino alla nota del Quirinale di ieri mattina che parla di «comportamento inglese incomprensibile». Il Comitato parlamentare presieduto da Massimo D’Alema convoca per lunedì il direttore dell’Aise Adriano Santini.

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