Lampedusa, Maroni: “Un esodo biblico e ne arriveranno ancora migliaia”

Pubblicato il 13 Febbraio 2011 - 18:55 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Maroni

MILANO – ”Un esodo biblico come non se ne sono mai visti”. Non usa mezzi termini il ministro dell’Interno, Roberto Maroni per descrivere gli ultimi sbarchi di immigrati a Lampedusa (agrigento).

”Se in Tunisia non succede nulla, se il Governo non ricomincia a governare, sarà difficile immaginare che questo finisca – ha aggiunto Maroni durante il programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa” –  Potrebbero arrivarne decine di migliaia”.

”Stiamo cercando di metterci in contatto con le forze di polizia tunisina, per vedere come gestire questa emergenza, ma non ci riusciamo perché il sistema è collassato”, ha aggiunto il ministro dell’Interno. In questo ”scenario apocalittico” Maroni ha sottolineato l’esigenza di fronteggiare una ”emergenza umanitaria” costituita da persone che fuggono ”da un Paese allo sbando”.

”Per capire chi viene per ragioni umanitarie, chi invece scappa dalle patrie galere o viene a far danni, ci vuole tempo per eseguire le necessarie verifiche”. ”Parlo da ministro dell’Interno – ha proseguito – per affrontare questa emergenza (gli sbarchi di immigrati n.d.r.) ho bisogno di tutti: destra e sinistra”.

Legislatura a rischio.  Per Maroni, il rischio per la legislatura paventato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ”e’ reale”. ”Il rischio e’ reale – ha detto Maroni a Fazio – Il clima di conflitto e di contrasto determina questo rischio”.

Caso Ruby. Il ministro Maroni dice quindi la sua anche sul caso Ruby. Secondo il ministro le imputazioni nei confronti di Silvio Berlusconi per la vicenda della marocchina Ruby sono ”molto deboli e non hanno sostanza”. Quanto alle indagini, Maroni si è detto convinto che la “competenza” spetti al Tribunale dei ministri.

“17 marzo? Io lavoro”. ”Io lavoro il giorno di ferragosto, figuriamoci se non lavorero’ il 17 marzo”. Maroni, a domanda di Fazio risponde:  ”Lavorerò il 17 marzo – ha detto Maroni – c’è stata una discussione in Consiglio dei Ministri su questo. Noi riteniamo che sia opportuno, soprattutto in un periodo di difficoltà come questo, riconoscere in un altro modo i centocinquant’anni dell’Italia. Credo che questa sia stata una scelta un po’ inopportuna dopo di che il Parlamento è sovrano e deciderà”.