Laura Boldrini e la bufala sulla sorella: “Tutte menzogne. Lei è morta”

Laura Boldrini e la bufala sulla sorella: "Tutte menzogne. Lei è morta"
Laura Boldrini e la bufala sulla sorella: “Tutte menzogne. Lei è morta” (La falsa foto della sorella di Laura Boldrini)

ROMA –  La presidente della Camera, Laura Boldrini, costretta a smentire due bufale secondo cui la sorella gestirebbe delle cooperative di assistenza ai migranti e avrebbe ottenuto una pensione a partire dai 35 anni. Peccato (si fa per dire) che la sorella in questione sia morta, e quando era viva facesse tutt’altro.

“Lo voglio dire a ridosso delle feste di Pasqua, proprio nel momento in cui molti si riuniscono in famiglia e con le persone care. La mia unica sorella, morta anni fa per malattia, non si è mai occupata di migranti. Restaurava e dipingeva affreschi. Peraltro, non si chiamava nemmeno Luciana, ma Lucia”, ha scritto sul suo profilo Facebook la presidente della Camera, che torna così a porre l’attenzione contro le fake news e le “bufale” del web.

Questa volta, su internet, gira una “notizia” che (come postato sul profilo di Boldrini) mette all’indice sua sorella, accusata di gestire “340 cooperative che si occupano di assistenza agli immigrati” e di cui “nessuno ne parla ovviamente”.

Boldrini, allora, si riferisce “a tutti quelli che hanno condiviso sulle loro bacheche e sui loro profili queste e altre menzogne su di lei. E soprattutto – sottolinea nel post – a chi ha creato queste false notizie, personaggi senza scrupoli, sciacalli che non si fermano nemmeno davanti ai morti”.

Non è la prima volta che la presidente della Camera si schiera apertamente e attivamente contro le fake news: alcune settimane fa ha fatto sapere che la Camera dei deputati avvierà una indagine conoscitiva sulle fake news. “Le fake news – ha spiegato Boldrini – stanno diventando un feonomeno dilagante che determina un danno. Se essere correttamente informati è un diritto, essere disinformati è un rischio. Il 21 aprile apriremo dei tavoli tematici con le imprese, con il ministero dell’Istruzione, con gli editori e con i social media” per poi presentare pubblicamente i risultati degli incontri il 2 maggio, vigilia della Giornata internazionale della libertà di informazione.

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