Boldrini e Grasso si tagliano stipendio del 30%: “In Parlamento 5 giorni su 7”

ROMA – Il presidente del Senato Pietro Grasso e quello della Camera Laura Boldrini si ridurranno l’indennità del 30%. I capigruppo delle Camere studiano un piano drastico per ridurre i costi di Camera e Senato. Come riferito dai rappresentanti dei gruppi, anche su impulso della presidente della Camera Laura Boldrini, si è deciso di cominciare a studiare un piano di tagli ai costi del Palazzo. Stesso approccio anche al Senato dove, come riferito dal neo capogruppo Pd Luigi Zanda, il presidente Pietro Grasso ha fatto “un accenno, rilevante e molto significativo politicamente, all’esigenza di contenere ulteriormente i costi del funzionamento della macchina”.

Zanda ha inoltre sottolineato come “la competenza sia dell’ufficio di presidenza del Senato” che verrà costituito giovedì prossimo. A ruota, il capogruppo dei senatori M5S, Vito Crimi: “Il presidente del Senato Pietro Grasso ha annunciato che si ridurrà l’indennità del 30%”. Alla Camera, il capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, spiega: “Si è convenuto, seguendo una traccia della presidente Boldrini, di considerare sia i costi degli eletti che del personale attivo e di quello in quiescienza, oltre che i costi delle strutture. Si è anche convenuto che tutti i risparmi che ne deriveranno abbiano delle destinazioni visibili. Boldrini ha suggerito di destinarli alla ricerca. E’ il principio- continua Brunetta- della ‘marcatura dell’orecchio: per avere più consenso sui tagli devi far vedere dove i tagli vanno a finire”.

Boldrini e Grasso hanno detto, martedì sera a Ballarò: “Vorremmo proporre la giustificazione delle spese perché abbiamo scoperto che molte spese sono rimborsate in maniera forfettaria: in questo modo ci sarebbe un risparmio pari al 30-50%”.

Attraverso Ballarò, Pietro Grasso risponde a Grillo: “Qualcuno ha detto che siamo foglie di fico, invece siamo querce che hanno già iniziato a lavorare”. Da Laura Boldrini, un messaggio ai parlamentari del M5S: “Sono persone serie e motivate, persone con cui si può collaborare benissimo, non sono così strane. Hanno il loro modus operandi, certo. Ma capiscano che politica è anche mediazione. Che non vuol dire giocare al ribasso sui principi, ma trovare soluzioni”.

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