Laura Castelli, insulti e minacce social per le frasi sui ristoratori Laura Castelli, insulti e minacce social per le frasi sui ristoratori

Laura Castelli e i ristoratori, ordalia social sulla viceministra: insulti sessisti e minacce

Discutibili le frasi della viceministra dell’Economia quando dice che i ristoratori italiani vanno aiutati a cambiare modello di business?

Senza dubbio, e infatti il dibattito è aperto. Ma che dire dell’ordalia social che ha travolto la viceministra Laura Castelli dopo la sortita al Tg2?

E’ la stessa Castelli che deve infatti, prima di precisare pensieri e contesto delle sue affermazioni, denunciare la valanga di insulti ricevuti sulla sua pagina facebook.

Ovviamente a sfondo sessista. Senza contare le immancabili minacce di morte dei soliti leoni da tastiera coperti dall’anonimato. 

“Sei una m., mi auguro che tu spenda in medicine tutte le mie tasse”.

“Piazzale Loreto è sempre aperto per m.. come te”.

E poi “putt…” come se piovesse e altre leccornie dello stesso sconfortante tenore.

Laura Castelli su Fb: “Lascio giudicare voi…”

“Da ieri ricevo questo genere di insulti – ha postato Castelli su Fb – , che lascio giudicare a voi. Un attacco, senza precedenti, alimentato da una campagna di disinformazione montata ad arte.

Da quella parte di opposizione che racconta di voler collaborare, ma preferisce falsificare le mie parole, piuttosto che favorire un dibattito positivo di confronto economico e politico.

Su un tema estremamente importante come quello del sostegno alle imprese che si vogliono innovare, cosa di cui ho realmente parlato”.

Soliti insulti sessisti

E non si dica che il genere non conti. Quante le diatribe quotidiane, gli scontri dialettici, anche i più roventi, con protagonisti gli uomini, finiscono in questo pantano di insulti?

Che poi, cosa avrebbe detto di tanto offensivo Castelli: non è forse vero, addirittura ovvio, che la pandemia ha modificato e in prospettiva modificherà i modelli di business?

Invitare qualcuno a cambiare mestiere è una frase infelice, considerare la necessità di offrire sostegno a chi scelga di battere nuove strade non sembra un cattivo proposito.

Lettera aperta di Vissani e 50mila operatori

Prima lo chef-star Vissani ha risposto di getto e ha invitato lei a cambiar mestiere, poi, insieme ad altri 50mila operatori del settore – 50mila – ha inviato una lettera aperta a sostegno delle proprie ragioni.

Benissimo, anche se affermare che “questi scivoloni televisivi mettono alla gogna mediatica un intero comparto” sembra, per rimanere in tema, un abile rivoltare la frittata.

Dopo il lockdown, secondo gli imprenditori della ristorazione, non aiutano gli incentivi al lavoro agile, lo smart-working farà morire migliaia di imprese. 

E’ un punto di partenza per una discussione intelligente.

“Senza lavoratori, senza studenti, senza turisti migliaia di alberghi, musei e pubblici esercizi a breve abbasseranno le proprie serrande per non rialzarle più”, più che vero.

E non è che solo i ristoratori percepiscano i pericoli della svolta smart.

Ma è difficile che un governo possa costringere un turista a sfidare la paura della pandemia e prendere il primo aereo verso l’Italia per accomodarsi a tavola senza pensieri. 

Discutere, studiare, reinventare, pianificare: una faticaccia, ma certo non se ne esce con una battuta a favore di telecamera (vale anche per Castelli) o per guadagnare qualche like sui social.

Del tipo, “da ieri incontro ristoratori, baristi e albergatori che mi dicono ‘il vice ministro grillino Castelli è una cretina’“: quanti cene, pranzi e aperitivi può sostenere in un solo giorno Matteo Salvini? (fonti Fb, La Repubblica)

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