Lavoro, Brunetta avverte Giovannini: “Reddito di inserimento? Non passerà mai”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Agosto 2013 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Lavoro, Brunetta avverte Giovannini: "Reddito di inserimento? Non passerà mai"

Lavoro, Brunetta avverte Giovannini: “Reddito di inserimento? Non passerà mai” (LaPresse)

ROMA – Fuoco sbarrato contro il “reddito di inserimento” e contro il “reddito di cittadinanza” a nome del Pdl da parte di Renato Brunetta, che del Pdl è il capogruppo alla Camera. Intervistato da Fausto Carioti per Libero, Brunetta tuona:

«Se il governo durerà, reddito d’inserimento, reddito di cittadinanza e simili non passeranno mai. Guai a Enrico Letta e a Giovannini se solo ci provano. Su questo noi del Pdl siamo pronti a fare la crisi di governo, sempre ammesso che la crisi non si apra per altre ragioni. Libero ha fatto molto bene a raccontare e stigmatizzare quanto sta avvenendo».

Di cosa stiamo parlando? Dell’ipotesi avanzata (per ora solo in un’intervista a Linkiesta) dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini di un “reddito di inserimento”, una versione soft del “reddito di cittadinanza” proposto dal Movimento 5 Stelle, condizionata appunto a un inserimento nel mondo del lavoro.

Un reddito che – sospetta Libero – sarà finanziato con il taglio alle pensioni, non solo quelle d’oro. Un’operazione che – sospetta ancora Libero – potrebbe servire ad attirare il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo dentro un futuro governo senza il Pdl.

Brunetta promette barricate contro queste ipotesi:

Professor Brunetta, perché non siete disposti a ragionare anche voi sul reddito d’inserimento?
«Il reddito d’inserimento e quello di cittadinanza sono degli imbrogli. Costano e distruggono capitale umano».
In che modo?
«Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da anomalie come gli oltre due milioni di “né-né”, individui che non studiano e non lavorano, e da tanti comportamenti opportunistici, tipo quelli delle cosiddette “non forze di lavoro”, che in realtà lavorano in nero e fruiscono di welfare sotto forma di indennità di disoccupazione, assegni familiari o altro. Se in un sistema del genere si inserisce un imbroglio come il reddito di inserimento, si rende permanente una forma clientelare di welfare, che ha tre effetti negativi su cui Giovannini e chi la pensa come lui dovrebbero riflettere».
Quali sono questi effetti?
«Primo: si tratta di meccanismi spaventosamente costosi e incrementali. Una volta che si è iniziato, per chi li percepisce quei soldi sono come una droga e non si può più tornare indietro. Il fenomeno così cresce e la spesa si cumula con l’invecchiare delle coorti generazionali».
Secondo effetto.
«Diminuisce il tasso di occupazione. Chi mai accetterà un contratto a termine o part-time, chiamiamolo pure precario, a 600 o 700 euro, quando grazie al reddito di inserimento può avere una somma equivalente senza fare niente, e magari integrarla lavorando in nero? Da qui il terzo effetto».
Ovvero?
«Aumenta il salario minimo al quale una normale forza lavoro è disposta a prendere un impiego atipico. Questo, per essere accettato, deve avere infatti una soglia di salario molto più alta del reddito di inserimento. Il risultato è che il lavoro atipico esce fuori mercato, sparisce. Morale: reddito d’inserimento, di cittadinanza e simili distruggono capitale umano».
Ma allora perché il ministro ha questa intenzione? Crede che dietro ci sia la volontà di preparare il terreno per una maggioranza di governo diversa da quella attuale?
«A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Se proposto da Grillo il reddito d’inserimento può far sorridere, perché è frutto di ignoranza e svela l’intenzione di finanziare i maniaci della Rete che votano per i Cinque Stelle e che sarebbero finalmente liberi di smanettare al computer tutto il giorno sognando mondi diversi a spese della collettività. Ma non dovrebbe essere visto positivamente dalla sinistra di stampo tradizionale e sindacale, che sa benissimo cosa sono il mercato del lavoro, il lavoro nero e un sano welfare. Si vede che di questi tempi c’è molta confusione. Noi, comunque, dubbi non ne abbiamo: le forze riformiste, liberali, moderate e socialdemocratiche si opporranno in tutti i modi a una porcata del genere».