Lavoro, la riforma Ichino: licenziamenti facili ma aiuti per tre anni

ROMA – Licenziamenti si’ ma solo con la garanzia del sostegno al reddito, anche fino a tre anni: è quanto prevede il disegno di legge presentato dal senatore del Pd Piero Ichino a Palazzo Madama (e firmato da oltre una cinquantina di esponenti dell’opposizione) e che Silvio Berlusconi nei giorni scorsi ha indicato come la falsariga da seguire per la nuova disciplina del mercato del lavoro annunciata nella lettera all’Unione europea.

Le imprese dunque, stando alla proposta Ichino, potranno licenziare ma tramite delle agenzie ad hoc dovranno garantire ai lavoratori il 90% dell’ultima retribuzione per il primo anno, l’80% il secondo e il 70% il terzo. Fermo restando che il periodo durante il quale i lavoratori potranno usufruire di questi ‘assegni’ non dovra’ superare la durata del rapporto di lavoro diminuita di un anno, e che saranno vincolati a partecipare a tempo pieno a tutte le iniziative di riqualificazione e ricerca della nuova occupazione.

La proposta Ichino, che tocca solo i nuovi assunti, vuole declinare i principi della Flexsecurity puntando a superare i dualismi che caratterizzano il nostro mercato del lavoro come ”quelli che separano nettamente i protetti – si legge nel testo del ddl – dai poco o per nulla protetti”.

E cosi’ i contratti saranno quasi esclusivamente a ”tempo indeterminato” ma nessuno sara’ ”inamovibile” e, in caso di licenziamento, arriva la garanzia di sostegni al reddito e assistenza sul mercato del lavoro. Tutte le protezioni che si ritengono ”necessarie”, viene infatti spiegato, per i lavoratori subordinati devono essere estese agli altri lavoratori che ”operano in condizioni di effettiva dipendenza economica”, e per contro quelle che si ritengono ”eccessive per questi ultimi non possono essere considerate inderogabilmente necessarie neppure per i lavoratori subordinati”.

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