Lazio, i senatori del Pd: “Aumentare i consiglieri è illegale, il centrodestra vuole far esplodere i costi della politica”

“Considerato che l’Italia è ancora uno Stato di diritto non ci sembra credibile l’ipotesi secondo la quale la Corte d’appello di Roma sarebbe orientata a proclamare un numero di consiglieri della Regione Lazio superiore ai 70 previsti con assoluta precisione dallo Statuto. Aumentare i consiglieri sarebbe una scelta gravissima sia per le pesanti conseguenze in termini di spreco di risorse pubbliche, sia per l’illegittimo funzionamento del Consiglio Regionale che ne deriverebbe”.

Lo dichiarano i senatori del Pd eletti nel Lazio: Lionello Cosentino, Mauro Del Vecchio, Roberto Di Giovan Paolo, Lucio D’Ubaldo, Mario Gasbarri, Riccardo Milana, Francesca Marinaro, Raffaele Ranucci, Vincenzo Vita e Luigi Zanda

“La Corte costituzionale ha più volte evidenziato come gli Statuti regionali siano sovraordinati alle leggi regionali ed ha ribadito che il numero di seggi in Consiglio è materia assegnata dalla Costituzione agli Statuti regionali – ribadiscono i senatori – è’ quindi totalmente esclusa la legittimità di una proclamazione di un numero di consiglieri superiore a quello previsto dallo Statuto”.

Le Regioni che hanno voluto aumentare il numero di seggi sulla base del premio di maggioranza lo hanno fatto modificando i rispettivi Statuti – sottolineano – nessuna Regione ha mai violato il proprio. La Regione Lazio, invece, intenderebbe farlo nonostante il numero di 70 consiglieri sia fissato nello Statuto e nella legge elettorale regionale”.

“Alle tante parole sulla riduzione dei costi della politica seguono da parte del centrodestra del Lazio comportamenti opposti, illegittimi e destinati ad aumentare seggi e spese a danno dei cittadini”, ribadiscono i senatori”.

“Se il numero dei consiglieri regionali del Lazio dovesse essere illegittimamente aumentato contro la legge e lo Statuto della Regione – concludono i senatori del Pd – saranno attivati tutti i rimedi giurisdizionali previsti dall’ordinamento italiano per queste violazioni di legge”.

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