Le Regioni contro le centrali nucleari

di Eloisa Moretti Clementi*
Pubblicato il 29 Gennaio 2010 - 15:09 OLTRE 6 MESI FA

una centrale nucleare

Diciassette no contro tre sì. Questo l’esito della Conferenza delle Regioni che si è svolta a Roma mercoledì per discutere il piano del governo che prevede la costruzione di nuovi siti nucleari. Un’ampia maggioranza ha bocciato il piano, con le importanti eccezioni di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, che hanno accusato le altre regioni di condurre una politica del no.

Se l’assessore del Veneto alle Politiche degli enti locali Flavio Silvestrin ha parlato del nucleare come di uno strumento di «modernizzazione del Paese», il sì del Friuli è invece accompagnato da alcuni distinguo.

L’assessore all’Energia Sandra Savino ha infatti escluso l’ipotesi – alimentata da alcune indiscrezioni non confermate – che una delle centrali nucleari venga realizzata in regione: «Il nostro territorio è piccolo – ha dichiarato – e non possiamo pensare di caricarlo di mille impianti».

Il governo, che ha incassato la bocciatura della Conferenza, attraverso il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola ieri ha minimizzato: «Mi pare che non tutte si siano mosse con un niet nei confronti del nucleare e mi pare che porti sfortuna perché queste Regioni si avviano a una pesante sconfitta elettorale».

In realtà contro il progetto del governo hanno votato anche importanti regioni amministrate dal centrodestra, come la Sicilia e la Sardegna. L’assessore siciliano all’Energia Russo ha infatti sottolineato che «la Sicilia non ha più margini di tollerabilità ambientale che consentano l’insediamento di impianti nucleari».

Al di là del merito della questione, le Regioni accusano il governo di aver sbagliato nel metodo, tanto che undici governatori hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale. «Siamo contro il nucleare – ha detto il presidente della Basilicata Vito De Filippo – è una scelta non positiva che non ha esiti immediati e che impatta negativamente sulle scelte energetiche che molte Regioni hanno già intrapreso». Di parere opposto il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, che evidenzia come «il testo approvato dal governo sia del tutto rispettoso delle prerogative delle regioni».

*Scuola di giornalismo Luiss