Lega, Belsito: “Bossi è Tremonti erano d’accordo su operazioni all’estero”

REGGIO CALABRIA, 11 APR – Bossi e Tremonti erano d'accordo sul fatto che la Lega Nord diversificasse i propri investimenti. E' il 10 gennaio 2012 e la notizia dei fondi della Lega transitati su conti a Cipro ed in Tanzania e' stata pubblicata dal Secolo XIX. Tra i protagonisti dell'operazione c'e' fibrillazione e l'ex tesoriere, parlando al telefono con l'imprenditore veneto Stefano Bonet, dice che Bossi e Tremonti erano d'accordo a diversificare. All'ascolto ci sono anche gli uomini della Dia di Reggio Calabria che per conto della Dda li stanno intercettando ormai da mesi.

E gli uomini della Dia cosi' sintetizzano per il pm Giuseppe Lombardo quanto dice Belsito: ''Sia Bossi che Tremonti erano d'accordo sul fatto che la Lega Nord, con l'operazione, avesse voluto diversificare i loro risparmi''. Belsito aggiungeva anche – da quanto si legge nell'informativa – ''che gli importi bonificati erano riportati in bilancio anche perche', con il 2009 e il 2010, il movimento politico aveva chiuso con un attivo di 16,5 milioni di euro''.

I giornalisti avevano gia' cominciato a contattare Paolo Scala, ritenuto dagli inquirenti il promotore finanziario dell'operazione e artefice del trasferimento dei fondi su Cipro, dove vive, ed in Tanzania. E Belsito, al riguardo, conclude la telefonata con Bonet dicendo ''che Bossi gli aveva fatto divieto di rilasciare interviste e l'indomani avrebbe visto Paolo Scala per cui invitava Bonet a essere presente all'incontro''.

Ed alla domanda di Bonet su cosa Bossi pensasse della vicenda e ''della campagna mediatica negativa che era stata montata'', Belsito rispondeva che ''ne era dispiaciuto''.

Non solo, lo stesso Belsito, parlando al telefono il 15 febbraio scorso, scrive la Dia, informa la moglie ''sull'esito della cena avuta con Umberto Bossi il quale si era dichiarato pronto a difenderlo''.

A spiegare come fu gestita l'operazione dei fondi all'estero e' lo stesso Bonet in una mail inviata il 17 febbraio scorso a Lubiana Restaini, dipendente del Comune di Cori (Latina) e distaccata al Parlamento, anche questa intercettata e confluita nell'informativa della Dia. ''Aggiornandoti dello stato dell'arte in merito ai fondi Tanzania, ti informo che: la tranche da 4,5 mln di euro e' rientrata senza spese e commissioni gia' la settimana scorsa; abbiamo ricevuto le ufficiali richieste dei tre consiglieri di amministrazione, come definito, per provvedere a chiudere anche la seconda tranche da 1,2 milioni di euro; ci sono giunte solo per email e formalizzeremo recapito di destinazione ufficiale''. Bonet si lamenta pero' che nella documentazione ''non si fa cenno alla nostra posizione, ne' tanto meno a ristorno di anticipi erogati a Belsito. Pertanto suggerisco di riconoscere la collaborazione di Bonet e di Scala alla miglior risoluzione dell'equivoco, riconoscendo la buona fede e la disponibilita' prestata senza alcun tornaconto personale ne' beneficio alcuno''. In precedenza, pero', lo stesso Bonet, parlando il 3 febbraio con colui che per gli inquirenti reggini e' uno dei riciclatori del denaro che la cosca di 'ndrangheta dei De Stefano ricava dagli affari illeciti, Romolo Girardelli, ''l'ammiraglio'', aveva detto di avere visto Roberto Castelli aggiungendo – scrivono gli uomini della Dia sintetizzando quanto detto da Bonet – che lo stesso Castelli ''gli avrebbe riconosciuto le spese di rientro dei fondi che a suo dire ammontavano intorno al 2 o 3% del valore del capitale ed aggiungeva peraltro che lo stesso Belsito si era impegnato a pagarle''.

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