La Lega? Già balla da sola. Alle elezioni per la secessione

Pubblicato il 29 Luglio 2011 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le barricate per quattro stanze e quattro targhe nella Reggia di Monza, arredate soprattutto con la foto di Umberto Bossi giovane alle pareti al fianco di quella di Napolitano. E lo stesso Bossi, invecchiato ma barricadero, che allo stesso Napolitano dice di farsi i fatti suoi e gli impartisce lezioni di Costituzione “materiale e padana”, quella per cui chi vuole e chi può si porta i Ministeri a casa sua. Il Giro ciclistico della Padania che arriva a supportare l’ormai classico concorso di Miss Padania, corridori a caccia della maglia verde, aspiranti miss in body verde. E la Lega che alla Camera “molla” Berlusconi Silvio a Papa Alfonso. E la Lega che chiede a Tremonti soprattutto e solo una cosa: soldi per i Comuni al Nord. E le dichiarazioni e i comizi leghisti dove riaffiora sempre più il “faremo da soli se l’Italia non ce la fa”. E tutti a scrutare la Lega e la “Sibilla Padana”: che farà la Lega? Si muove per foklore, per scena, strategia, disperazione?

Se quel che già oggi fa la Lega ha un senso, e un senso ce l’ha, quel che domani farà la Lega non è poi un mistero. Al contrario è un’ipotesi, fondata. In autunno farà o farà fare una crisi di governo. Non tanto perché voglia sbarazzarsi di Berlusconi premier ma perché le occorre andare alle elezioni nel 2012 e non oltre: il governo la sta consumando. E alle elezioni anticipate del 2012 ci andrà con il Pdl se il Pdl accetterà quel che il Pdl difficilmente potrà accettare: una linea, anzi una campagna elettorale secessionista. Altrimenti alle elezioni la Lega andrà da sola, secessionista più che mai. Con la sinistra la Lega non può e non vuole andare, con Berlusconi, con il Berlusconi di oggi, la Lega affoga insieme. Il peso di un governo che deve cambiare i connotati della spesa pubblica e della pubblica finanza la Lega non lo tiene, non lo regge. Tornerà a dire che il Nord si salva da solo perché da solo può salvarsi. Scommetterà di raccogliere così più del dieci per cento a livello nazionale e più del 20 per cento in “Padania”, cioè settanta/ottanta deputati alla Camera. Quelli che consentono di trattare con chi uscirà meglio dalle elezioni. In fondo non è un mistero e neanche ne fanno un mistero: basta ascoltarli e guardarli i leghisti e prenderli sul serio.