ROMA – I magistrati che indagano sulla Lega nord, ovvero sul presunto utilizzo dei rimborsi elettorali pubblici a fini “privati”, sospettano che parte di quei soldi non contabilizzati da Francesco Belsito siano stati usati per “viaggi, alberghi e cene ai figli di Umberto Bossi e a Rosy Mauro” che, comunque, non sono al momento indagati. Ora che la magistratura sta svolgendo degli accertamenti comunque, scrive ‘Il Corriere della Sera’, tornano in mente delle voci di corridoio che da anni si diffondono in ambienti leghisti su “regali” vari fatti dal partito a familiari di Umberto Bossi ed esponenti del cosiddetto “cerchio magico”. Voci di corridoio, ovviamente, tutte da dimostrare ma che insinuano qualche dubbio.
Ricorda Marco Cremonesi sul ‘Corriere della Sera’: “Con il passare del tempo, le voci sulle spese per la famiglia si erano allargate e certo esagerate. A sentire l’incontrollata voce della pancia leghista, oltre al denaro per Renzo sarebbero arrivati dalle casse padane i suoi macchinoni ed appartamenti a Brescia e a Milano. Fole, fino a prova contraria. Ma il leader padano non ha un figlio soltanto. Ecco allora i racconti sulla tenuta acquistata per soddisfare la passione per l’agricoltura di Roberto Libertà Bossi a Brenta, a due passi dalla natia Gemonio, ecco le leggende sulla sede in Sardegna del Sin.pa, il sindacato padano presieduto da un’altra esponente del «cerchio magico», Rosy Mauro. Sede che, giurano i malvagi, assomiglierebbe più a una residenza estiva che a una Camera del lavoro. Tutte malignità, certamente, così come le leggende sulle somme destinate a dare una mano al figlio numero uno del “Capo”, Riccardo, pilota di rally e frutto del primo matrimonio di Bossi con Gigliola Guidali. Rileggendola ora, la battuta che Bossi racconta in tanti comizi è di ironia amara: «Mio figlio Riccardo fa il collaudatore per l’Audi. Ma quando ho voluto comprarmene una io, mica mi hanno fatto lo sconto… ». Lui, a sua volta, a Riccardo aveva fatto ben pochi sconti quando quest’ultimo aveva annunciato la sua volontà di partecipare all’Isola dei famosi: «Lo prendo a calci in culo» aveva tuonato il Capo. Salvo poi, cuore di papà, ostentare pubblica riconciliazione con il primogenito andando a vederlo gareggiare a Montichiari. Eppure, una mano a Riccardo era già stata data: Francesco Speroni, fresco di elezione a Bruxelles, nel 1999 lo aveva assunto come assistente parlamentare”.