Lega, prove di successione per “Maroni presidente del Consiglio”

Pubblicato il 21 Luglio 2011 - 17:15 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Maroni (Foto LaPresse)

ROMA – Roberto Maroni si è ufficialmente incoronato successore di Umberto Bossi alla guida della Lega Nord. Lo ha fatto in occasione della votazione alla Camera sull’autorizzazione dell’arresto del deputato Pdl Alfonso Papa, nel pomeriggio di mercoledì 20 luglio.

Se Bossi aveva titubato, con una serie di ordini ad alternanza, prima pronto a mandare il collega “in galera”, poi a rimangiarsi quell’impeto giustizialista, infine a dirsi “perplesso”. Ma sempre certo che la Lega avrebbe votato per l’arresto. La sua Lega. O non più tanto sua?

Se era stato lo stesso Senatur, dopo l’adunata di Pontida, a chiarire di non riconoscere alcun “delfino”, sottolineando “Sono ancora giovane… La gente a Pontida era venuta per me e gridava secessione, non successione”, sembra che Maroni si sia ormai auto-riconosciuto tale.

Al voto sull’arresto di Papa, Bossi non si è neppure presentato alla Camera, evitando, dicono alcuni, di “mettere la faccia” sul tradimento a Silvio Berlusconi e, forse, anche sul tradimento dei suoi, sempre più lontani dalla linea che lui detta. E anche venerdì, ha fatto sapere, non sarà presente al Consiglio dei ministri, restando al Nord, dove terrà in serata un incontro pubblico in provincia di Novara, mentre sabato mattina andrà a Monza all’inaugurazione degli uffici dei ministeri delle Riforme e della Semplificazione a Villa Reale.

Maroni invece ci sarà. Come c’era ieri, 20 luglio, alla Camera. Non però al tavolo del governo, dove occupa la notevole carica di ministro dell’Interno, bensì tra i banchi dei deputati. E, dopo il voto, Maroni è stato l’unico a sorridere e a commentare positivamente l’esito della consultazione, sottolineando che “le camicie verdi” sono state “coerenti”, e hanno votato “così come avevamo detto”.

Del resto anche gli umori del popolo padano avevano indicato la strada: in un sondaggio proposto dal quotidiano leghista Padania sul suo sito, alla domanda “Chi vorresti come nuovo leader della Lega Nord?” il 35 per cento del 1500 votanti avevano optato per Maroni.

Un Bossi-bis era stato bocciato con nettezza: al secondo posto tra le preferenze dei votanti c’era un non meglio precisato “uomo nuovo”, seguito da due veneti, il sindaco di verona Flavio Tosi e il governatore della Regione Veneto Luca Zaia. Solo al quinto posto faceva capolino il fondat0re del movimento verde Bossi, votato dal 4,4 per cento. In coda Roberto Castelli, con il 2,2 per cento, e Roberto Calderoli, che non raggiunge neppure il 2 per cento.

Così i dati del “popolo padano” ricordano uno striscione comparso a Pontida, eclissato dalle parole di Bossi, che ha cercato, forse di esorcizzarlo facendolo passare sotto silenzio. Perché quei 90mila leghisti doc avranno sì urlato “secessione” e non “successione”, ma portavano un cartello molto chiaro. Su quel cartello c’era scritto: “Maroni Presidente del Consiglio”.