Lega, Maroni lancia il nuovo 'codice morale'

BERGAMO, 10 APR – Le pettorine verdi sfoggiate da numerosi militanti dicevano che, a Bergamo, questa sera c'erano i 'Bossi Bobo Boys', che stanno insomma sia con Bossi sia con Maroni. Ma alla fine della serata dell'Orgoglio padano e' l'ex ministro dell'Interno, unico triunviro a prendere la parola dal palco insieme all'anziano capo, a uscire con il mantello di leader della speranza di questa rumorosa platea di oltre tremila militanti arrabbiati per le inchieste giudiziarie che hanno dissacrato in sette giorni trent'anni di storia della Lega. Gli slogan, i fischi, le scope brandite dalla base come a imporre subito ordine e pulizia erano tutti da una parte, alla Fiera di Bergamo, o meglio tutti contro la parte di chi ''ha approfittato e infangato'' l'immagine del movimento. Persino lui, Maroni, ha sollevato in aria una scopa salutando dal palco – al suo fianco Bossi, Calderoli, Dal Lago – e dicendo che oltre alla ''liberta''' invocata dai militanti occorre ''anche pulizia''.

Perche', ha ripetuto, ''bisogna fare presto'', pur tornando con lo spirito alla ''Lega del 1991''. Se Bobo Maroni ha conquistato stasera quell'acclamazione che i retroscenisti nelle ore precedenti avevano indicato come premessa all'elezione a segretario federale nel dopo Bossi, lo ha fatto scandendo parole d'ordine a loro modo semplici ma rivoluzionarie in questo periodo di scandali. I militanti affollati a Bergamo hanno esultato di fronte a quel suo ''codice morale'' fatto di soldi da dare alle sezioni, di meritocrazia e di spazio ai giovani. A sentire l'applausometro, e il ''fervore'' riconosciuto dallo stesso Bossi nell'arena bergamasca, Roberto Maroni e' dunque uscito incoronato da questa serata di orgoglio. Per l'uomo di Lozza l'ascesa non sara' pero' scontata. Anche questa sera ai 'Maroni, Maroni' certo piu' forti si sono spesso contrapposti i cori 'Bossi, Bossi' di chi vede comunque nel fondatore della Lega il vero Capo, almeno nel loro attaccamento ideale. L'ombra di Bossi incombe, sempre. E non a caso Maroni ha ribadito che se si vorra' ricandidare alla guida del movimento lui lo sosterra'. Poi ci sono i veneti che chiedono di aver riconosciuta la loro visibilita'. Non a caso dopo Maroni e Bossi, e' stato Luca Zaia a raccogliere cori e applausi. Il messaggio arrivato da Bergamo e' stato comunque quello dell'unita' della Lega. ''Un giuramento contro le discussioni e le divisioni'', ha invocato Bossi. Che su Maroni ha ribadito, a scanso di equivoci: ''Non e' un traditore''.

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