ROMA – Monica Rizzi, assessore regionale lombardo allo Sport, è nella “lista nera” della Lega, quella dei “traditori” ma accusa: “Chi mi vuole far fuori sistemò la moglie in Regione”. E poi aggiunge: “Io non lascio”. Il riferimento è tutto a Fabio Rolfi, segretario provinciale della Lega Nord a Brescia che chiede le dimissioni della Rizzi per il suo coinvolgimento nell’inchiesta di Milano sul Carroccio. Il nome della Rizzi figura infatti in un’intercettazione in cui l’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito afferma di averle consegnato soldi destinati a Renzo Bossi. Il nome della “assessora” compare inoltre in due indagini a Brescia per “dossieraggio” ai danni della Lega e per abuso del titolo di psicologa, titolo che la Rizzi non possiede.
“Oltre che inopportuno – dice la Rizzi al ‘Corriere della Sera’ parlando della richiesta di dimissioni ai suoi danni da parte di Rolfi – è decisamente un atto di sciacallaggio politico… Proprio lui, che punta il dito sulla candidatura di Renzo Bossi, parlando di nepotismo sbagliato, dovrebbe invece pensare alla vicenda di sua moglie Silvia Raineri che, dopo aver fallito la sua sistemazione attraverso un concorso pubblico indetto dalla provincia di Brescia, poi congelato dal presidente Molgora per presunte irregolarità, riceve prima un incarico di collaborazione al Gruppo Lega in Regione Lombardia e poi viene assunta tramite un concorso all’Asl di Milano, ottenendo immediatamente l’aspettativa per tornare a lavorare in Regione Lombardia”.