ROMA – Lega Nord: dopo 18 anni, 34 camicie verdi a processo. Servizio d’ordine per il movimento, organizzazione militare per i giudici. Dopo 18 anni è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per le 34 camicie verdi, militanti della Lega Nord lombardi e veneti, accusati di aver “promosso, costituito, organizzato o diretto un’associazione di carattere militare”.
I fatti contestati risalgono alla seconda metà degli anni ’90 e la procura di Bergamo l’ha inviata adesso all’ufficio del gip, in quanto la sua competenza era stata stabilita soltanto lo scorso settembre. La Guardia nazionale padana era stata costituita formalmente a Pontida, appunto in provincia di Bergamo, nell’ormai lontano 2 giugno 1996, nel corso di uno dei raduni della Lega e a pochi mesi di distanza dal successivo settembre, quando Umberto Bossi avrebbe dichiarato, a Venezia, l’indipendenza della Padania.
Un summit tra varie procure aveva inizialmente stabilito la competenza per quella di Verona, essendo residente nella provincia veneta la maggior parte delle camicie verdi coinvolte. L’inchiesta era stata così avviata, appunto nel 1996, dal procuratore di Verona Guido Papalia.
I ‘big’ del partito, tra cui Umberto Bossi e Roberto Maroni, ma anche Francesco Speroni, Roberto Calderoli, Mario Borghezio e Giancarlo Pagliarini, erano stati via via prosciolti dalle varie accuse perché il Parlamento aveva decretato “l’insindacabilità delle condotte degli imputati parlamentari”.
Anche Marco Formentini, nel ’96 sindaco di Milano e parlamentare europeo, era finito nell’elenco degli accusati (per poi uscirne) in quanto presidente dell’allora neonato Comitato provvisorio per la liberazione della Padania. Tra i 34 rimasti compaiono i nomi di ex politici, ex sindaci o consiglieri comunali, ex dirigenti del partito, come Corinto Marchetti, ex senatore o Gianpaolo Gobbo, ex sindaco di Treviso.
C’e Luigi Augussori, che tra gli organi federali della Lega Nord ha ricoperto il ruolo di responsabile Regolamenti e del tesseramento. Nello statuto dell’organismo si precisava la necessità di dotarsi di “un servizio d’ordine organizzato nell’ambito dei territori della Padania”.
In più occasioni, negli ultimi 18 anni, i termini della prescrizione erano stati sospesi in attesa di pareri della Corte Costituzionale, che aveva poi fatto valere l’immunità parlamentare nei confronti degli esponenti della Lega Nord seduti a Montecitorio, a Palazzo Madama o al Parlamento europeo. Lo scorso giugno il via al processo a Verona.
Ma i giudici, dopo la prima udienza, avevano accolto l’eccezione di competenza territoriale presentata ad uno dei difensori degli imputati, inviando carte e decisioni a Bergamo. Così ora il procedimento penale riparte da Bergamo, dalla richiesta di rinvio a giudizio firmata dal sostituto procuratore Gianluigi Dettori.
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