La Lega mette la taglia sull’evasore: premio alle spie fan delle tasse

Umberto Bossi (Foto La Presse)

ROMA – La Lega metta la taglia sugli evasori: propone di ricompensare, con denaro e incenso, tutti coloro che denunceranno gli evasori fiscali. E così facendo fa inversione a U: se nel 1996 criticava aspramente Visco  e il suo numero verde per denunciare gli evasori, ora cambia faccia e propone la stessa cosa, ovvero di ricompensare i “delatori fiscali”. La Padania di mercoledì è arrivata a sostenere il valore civico di quei cittadini mobilitati al fianco dell’Agenzia delle entrate che denunciano il vicino di casa, il compaesano, il datore di lavoro, il barista. La proposta del Carroccio è semplice: “Retribuire i cittadini che segnaleranno casi di evasione con una percentuale sulle sanzioni incassate” ma il tutto “garantendo l’anonimato”. Secondo i leghisti “far temere all’evasore che ogni suo cliente può far emergere l’irregolarità fiscale” è un deterrente psicologico che può funzionare. E’ la stessa Lega che abbiamo sentito urlare dal palco di Pontida parole durissime contro gli esattori di Equitalia? Tra il no del Carroccio alle ganasce fiscali e il sì ai delatori sembra essere passato un secolo. Sono invece passati appena due mesi.

Eppure nel 1996 il centrodestra fu ferocissimo nell’attaccare l’iniziativa dell’ex ministro Vincenzo Visco: l’istituzione del numero verde 117 della Guardia di Finanzia per denunciare i furbetti del Fisco. Addirittura 40 deputati del centrodestra presentarono un’interrogazione parlamentare. Margherita Boniver parlò di “una decisione moralmente rivoltante, che adotta metodi alla Di Pietro” e il leghista Cesare Rizzi tuonò contro “il famigerato 117”.

A prescindere dall’efficacia di un provvedimento del genere, o dall’opportunismo di una mossa fatta apposta per solleticare il risentimento di chi le tasse le ha sempre pagate, dovrebbe suscitare qualche perplessità se non un vivo orrore, l’arruolamento del cittadino in servizio permanente di agente segreto per conto dello Stato. Che, è un principio di civiltà giuridica, non può delegare ad altri le funzioni di controllo e repressione dei reati, di cui detiene il monopolio. Le spie “prezzolate” (il premio di cui parla la Lega) riportano alla mente infausti precedenti degni dei regimi dell’Est comunista. Milioni di individui che si spiavano l’uno con l’altro, fino all’assurdo kafkiano di genitori che denunciavano i figli e viceversa. In nome del bene comune e per conto del partito unico. Le vite degli altri a disposizione dei moralisti anonimi. E sappiamo che nella gara fra puri c’è sempre uno più puro di te che alla fine ti epura.

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