La Lega stoppa il governo sui rifiuti di Napoli: prove di crisi?

foto Lapresse

ROMA – Prove tecniche di divorzio o forse semplice scontro su un tema preciso: sta di fatto che nella mattinata di martedì 14 giugno, il giorno dopo la “sberla” dei referendum, Lega e Pdl si trovano ai ferri corti in Consiglio dei ministri. Oggetto del contendere è la “munnezza”, e i provvedimenti straordinari da adottare per provare a risolvere l’emergenza in Campania. Questione delicata che il Pdl voleva intanto tamponare con un trasferimento di parte dei rifiuti solidi in altre sedi. Immediato, però, lo stop della Lega. Stop cui è seguita una discussione accesa, una pausa e il definitivo rinvio della questione a giovedì senza che un accordo sia lontanamente all’orizzonte.

Spiega l’Ansa citando alcuni presenti alla riunione, che il Consiglio dei ministri era pronto  a varare un provvedimento per permettere il trasferimento dei rifiuti solidi urbani della Regione in altri siti, quando il ministro Roberto Calderoli ha chiesto chiarimenti sul tipo di intervento previsto e ha dichiarato la completa contrarietà alla soluzione prospettata. Secondo gli esponenti del Carroccio, il provvedimento ”avrebbe assimilato i rifiuti semplici a quelli speciali”, consentendo il conferimento dei rifiuti attraverso accordi con societa’ private e, di conseguenza, senza l’autorizzazione delle Regioni che li avrebbero ospitati.

Malgrado i tentativi di mediazione da parte di più ministri del Pdl e la richiesta di una pausa da parte del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, non si e’ giunti ad alcun compromesso. Si e’ cosi’ stabilito di rinviare la questione al prossimo Cdm in programma giovedi’. ”Credo che difficilmente riusciremo ad uscirne fuori”, è il commento di  fonti ministeriali riportato dall’Ansa.

La Lega, sempre secondo l’Ansa, avrebbe criticato l’impianto del provvedimento predisposto in quanto ”la trasformazione formale dei rifiuti solidi urbani in rifiuti speciali, oltre a consentirne il trasferimento senza il via libera delle Regioni, comporta un costo ulteriore per i cittadini ed indirettamente per lo Stato”. In particolare, il ministro Calderoli avrebbe espresso la totale ”contrarieta’ ” all’ipotesi, chiedendo di poter vedere ”la relazione tecnica” per verificarne la copertura finanziaria.

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