Legge anti corruzione: secondo rinvio. Alla terza il governo ce la farà?

Il governo fatica a stilare il testo della legge anticorruzione. L’ipotesi originaria era quella di un inasprimento delle pene, ma non è mai stato definito con esattezza per quale tipologia di reato. Si tratta poi di stabilire l’impossibilità di eleggere chi è stato condannato per reati contro la pubblica amministrazione, si è poi fatto strada il criterio della “ineleggibilità temporanea” per i rinviati a giudizio. Voglia certa di far qualcosa ma opinioni incerte su cosa fare.

Incertezza che si era manifestata nel primo Consiglio dei ministri che si era occupato della questione, circa dieci giorni fa. Non c’era stato accordo tra i ministri, alcuni preoccupati di dare il via a norme dal sapere “dipietrista”. Berlusconi si era assunto la paternità della pausa di riflessione ma aveva garantito: “Faremo presto”.

E lo stesso impegno avevano ripetuto in tutte le sedi politiche e televisive i vari ministri. Ora l’eventuale approvazione del disegno di legge slitta ancora. Il Consiglio dei ministri, previsto per il 24 febbraio, è programmato adesso per lunedì prossimo, primo di marzo .

Una settimana di annunci, a partire dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che aveva parlato di maggioranza concorde nell’approvare un testo che inasprisse decisamente le pene per i corrotti, si prolunga. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano  garantiva che “l’esecutivo fa sul serio”. L’opposizione continuava a parlare di bluff. Appuntamento a lunedì dunque. Secondo quanto riferito da alcuni ministri la scelta di rinviare alla prossima settimana la seduta del Consiglio dei ministri è stata dettata dal fatto che proprio venerdì e sabato c’è la presentazione delle liste elettorali per il voto di marzo. Insomma, ingorgo di calendario e motivi “tecnici”. Due rinvii fanno ancora due coincidenze, dovesse arrivare il terzo, allora sarebbe una “prova”. La prova che la nuova legge anti corruzione serve al governo e alla maggioranza come il pane in un clima di “Nuova Tangentopoli”. Ma che di farina per impastare quel pane in dispensa non ce n’è.

La seduta è stata quindi rinviata su richiesta di alcuni ministri che hanno chiesto di essere presenti sul territorio proprio per l’occasione.

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