La legge anti-Veronica: tra gli estensori il divorzista di Berlusconi

Pubblicato il 26 Ottobre 2011 - 13:20 OLTRE 6 MESI FA

Foto LaPresse

ROMA – Fra gli otto componenti del gruppo di lavoro che ha portato avanti la ricerca e ha di fatto scritto la norma che cambia le regole sulla “legittima” nell’eredità c’è anche Cristina Rossello, l’avvocato milanese che assiste Silvio Berlusconi nella causa di divorzio da Veronica Lario. E se davvero alla fine la norma sarà inserita nel decreto-sviluppo, come le bozze circolate lunedì lasciano presagire, si può anche ritenere che sia ad personam per Silvio Berlusconi, in quella che è stata definita la legge anti-Veronica.

L’attenzione sulla riforma dell’eredità è stata accesa dall’Italia dei valori, che ha gridato al conflitto di interessi visto che la proposta di legge si attaglierebbe alle esigenze di Berlusconi di essere “equa” (sua definizione) nella divisione dei circa 6 miliardi di patrimonio, da Mediaset alla Mondadori, da Mediolanum alle altre partecipazioni dentro Fininvest come il Milan o le quote in Mediobanca.

Attualmente il codice civile prevede che ai figli vada in parti uguali il 50% (se c’è anche la moglie) o il 75% del patrimonio, appunto la legittima. La proposta è, pur lasciando invariate le quote, di attribuire in parti uguali ai figli il 50% della legittima, lasciando al testatore la possibilità di attribuire l’altra metà in parti non uguali, a uno solo o solo ad alcuni dei figli. In tal modo Berlusconi potrebbe dividere a metà l’impero tra i figli di primo letto, Marina e Pier Silvio, e quelli avuti con Veronica Lario, cioè Barbara, Eleonora e Luigi, che in una spartizione paritaria si troverebbero avvantaggiati rispetto ai fratelli maggiori.