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Legge di Stabilità promossa dalla Ue: “Nessuna seria deviazione da obiettivi”

di Emiliano Condò |28 Ottobre 2014 19:59

Pier Carlo Padoan (foto LaPresse)

BRUXELLES  – Le correzioni bastano all’Europa. Così, dopo lo scambio di lettere arriva il sostanziale sì alla legge di stabilità riveduta e corretta da parte dell’Unione Europea. Ad annunciare la promozione (che riguarda Italia e Francia) è proprio la Commissione Ue con un comunicato laconico in cui si evidenzia che non c’è  nessuna “grave deviazione” dalle regole del Patto di stabilità nella legge di stabilità italiana e francese.

Promossi, quindi. Anche se la stessa Commissione si riserva il giudizio più approfondito a novembre, quando valuterà anche eventuali “mancanze o rischi”. Si tratta di dettagli. Quello che conta, ora, è aver incassato il sì alla legge di stabilità. Sì che arriva in anticipo rispetto alla scadenza fissata (che era il 29 ottobre) e che di fatto era nell’aria già da ieri quando in risposta alla lettera con aggiustamenti inviata dal ministro Pier Carlo Padoan era arrivata una risposta soddisfatta dall’Unione che aveva parlato di “buone correzioni”.

Incassato il sì il Consiglio dei Ministri si è riunito per mettere nero su bianco le correzioni. Un paio d’ore ed esce il comunicato che rifà il trucco al Def che ora dovrà tornare alla Camera.   Con le modifiche del Governo al Def il deficit 2015 scende al 2,6%.

”Il miglioramento – spiega il governo nel comunicato diffuso a fine Cdm  – è pari a circa 4,5 miliardi con l’indebitamento netto nominale al 2,6%. L’indebitamento netto strutturale registrerà un miglioramento di poco superiore allo 0,3%, in linea con quanto richiesto dalle istituzioni europee”.

“La struttura del disegno di legge di stabilità per il 2015 rimane immutata prevedendo, in continuità con i provvedimenti adottati nel corso del 2014, interventi per rilanciare la crescita economica supportando la domanda aggregata e la competitività del Paese”.

Per Renzi, però, resta aperto l’altro fronte, quello interno al suo partito. Perché la tensione con la sinistra Pd e con la Cgil non accenna ad allentare. Anzi.

In primo luogo il premier smentisce ogni ipotesi di elezioni anticipate in primavera.  Lo fa con un’intervista a un settimanale popolare, Oggi, e spiega che semplicemente “si voterà nel 2018”.

Nonostante i numeri tutt’altro che incoraggianti Renzi lancia un messaggio ottimistico:

“La nostra corsa la dobbiamo fare sulla Germania, sul gruppo di testa, e non sul fanalino di coda. Vedo un futuro all’altezza della nostra ambizione”.

Quindi la stoccata, l’ennesima, alla sinistra del partito e alla Cgil cui ieri aveva spiegato di non aver nessuna intenzione di “trattare” sulle leggi. Oggi il premier attacca:

“Vogliamo tenere aperte le fabbriche e non occuparle, perché l’occupazione di cui hanno bisogno i nostri lavoratori non è quella che minaccia il sindacato”.

 

Il comunicato del Consiglio dei Ministri.  Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e del Ministro dell’Economia, Pietro Carlo Padoan, ha deliberato la Relazione di variazione della nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Def) che rivede gli obiettivi programmatici di finanza pubblica riportati nel Documento Programmatico di Bilancio per il 2015 (Draft Budgetary Plan – DBP) inviato alle istituzioni europee.    

La modifica, a seguito delle osservazioni formulate dalla Commissione Europea nella valutazione dei Documenti Programmatici di Bilancio per il 2015, recepisce gli effetti delle misure aggiuntive che il Governo italiano ha indicato nella lettera inviata il 27 ottobre scorso dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, al vice presidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen, per rafforzare lo sforzo fiscale per il prossimo anno.    

Il miglioramento complessivo del deficit atteso per il 2015 è pari a circa 4,5 miliardi di euro che porta l’indebitamento netto nominale al 2,6% del PIL. L’indebitamento netto strutturale registrerà un miglioramento di poco superiore allo 0,3%, sostanzialmente in linea con quanto richiesto dalle istituzioni europee.    

La struttura del disegno di legge di stabilità per il 2015 rimane immutata prevedendo, in continuità con i provvedimenti adottati nel corso del 2014, interventi  per rilanciare la crescita economica supportando la domanda aggregata e la competitività del Paese. La relazione passa ora all’esame delle Camere”.

 

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